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Revolution | Science

Ruvido

Quando vidi l’ardore che spingeva i miei colleghi a combattere malattie micidiali come il cancro, l’aids e l’alzheimer rimasi interdetto. Ammiravo la loro spinta ma allo stesso tempo vedevo mancare in me quelle stesse motivazioni. Per quanto assurdo possa sembrare, trovavo che l’ineluttabilità della morte fosse più grande e che di conseguenza allungare la vita di qualche anno avesse un valore solo relativo. Chiaramente è bene alleviare il dolore, usare in maniera razionale la medicina verso la guarigione. Ma il punto non è quello.

Il punto

Sentivo lo stridore di questi pensieri ma ero incapace di mettere ordine. La storia di Chiara e Enrico, inaspettatamente, portò chiarezza al cuore. Compresi che curare la malattia è un bene grande ma che l’occasione vera, l’opportunità per l’uomo, non sta nella guarigione stessa ma nel - come - affrontare e vivere la malattia. Anche quando questa nel suo estremo porta alla morte. Gia questa è contraddizione in termini per me: vivere la morte. I frutti della morte di Chiara sono gioia, speranza e amore. L’ho visto il giorno del funerale. Nella testimonianza del padre. L’ho visto negli occhi di Enrico.

Cambio di prospettive

Per anni mi sono preoccupato di combattere la malattia. Ho dedicato la mia intelligenza, le mie capacita e il mio tempo. Tutto questo ha un senso quando è chiara la meta. La meta ultima, la vera meta non e’ curare la malattia. La vera meta e’ vivere una vita piena, aver amato, essersi spesi al massimo. E questo in qualsiasi condizione di vita ci troviamo. Abbiamo paura di morire perché vediamo di non aver portato a termine questo progetto. E vogliamo più tempo.

Una vita piena

Capite è proprio qui il problema. Aver raggiunto questa pienezza oppure no. E questa pienezza viene raggiunta nel dare e non nel ricevere. Dare se stessi, il proprio tempo, le parole, le preghiere. A che serve essere guariti nella malattia del corpo, se poi la malattia che uccide l’anima e rende tristi rimane incurata. Importante è curare il corpo ma ancora piu’ importante e urgente è curare l’anima. Ancora piu’ importante è curare la malattia che ingrigisce il quotidiano. Chiara e’ morta. Ma la sua partenza ha lasciato pienezza. Ma ti rendi conto? La lotta quotidiana non ha senso. L’amarezza quotidiana non ha senso. L’unica domanda che alla fine conta è: stai spendendo la tua unica vita per qualcosa che ha senso? O stai rincorrendo la carriera? un sogno banale? la sicurezza economica? Dove sei? Guarda a cosa ti stai aggrappando.

Qui e ora

Ogni momento della vita, anche in punto di morte, sara’ il momento giusto per prendere questa strada. Ricacciamo i rimorsi, le delusioni, prendiamo in mano ciò che abbiamo dalla vita e doniamolo. Basta uno sguardo. Decidilo ora.