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Mio marito come dono di DIO

Claudia

2003. Ho 23 anni. Quarto anno della facoltà di Psicologia a Roma, ma sicula dentro! Quando la speranza di avere una storia d’amore profonda e sincera su cui costruire qualcosa di serio sta svanendo… decido di fare la Marcia Francescana coi frati del Lazio 270 km in 6 giorni! Il titolo “Amare oltre”. Zaino in spalla e sono pronta!! Non sono assolutamente in grado di fare 30 km al giorno con uno zaino di 20 kg. Vedo il tutto impossibile!! Ma non vedo l’ora di vedere cosa mi riserva questa esperienza. Dormire a terra in sacco a pelo sotto le stelle mi è familiare dopo 10 anni di scoutismo. I primi 7 km sono in salita ripidissima. Con tutte le mie forze lotto per non mollare, finchè arrivando in cima mi butto a terra esausta e comincio a piangere perchè con le mie forze non ce la faccio. Fra Luigi mi prega di lasciare lo zaino e continuare a camminare senza. Ma io piango più forte perchè non lo voglio lasciare! Io ce la devo fare da sola e devo essere forte!

Primo passo, avere l’umiltà di lasciare il “proprio zaino” quando non ce la fai potendo contare sull’aiuto degli altri. Durante i 10 giorni di marcia ho pregato, ho cantato, ho scrutato, ho pianto tantissimo (per un pelo ho vinto miss lacrima sul viso!!!) finchè ad Assisi dalle clarisse la Madre ci dice che questo è il nostro momento, che dopo questo lungo e pesante pellegrinaggio abbiamo spazio nel cuore per chiedere a Dio una grazia. E che loro pregheranno per questo. Io Ripiango. E scrivo che la cosa che desidero di più è innamorarmi, sposarmi, avere dei bimbi e costruire una mia famiglia. E’ il 2 agosto 2003.

Il mio migliore amico è Roberto. E’ mezzo strano… prega a telefono, sta in fissa con sto Spirito Santo, mi sembra un bigotto insopportabile… però è generoso e presente nell’amicizia, si prende cura di me e mi ascolta, lavora ed è un uomo di fede. Insieme facciamo un cammino francescano dai frati al Palatino. Ah dimenticavo è un cesso terribile! Non mi piace assolutamente!! Io coi biondi ho chiuso! Lo voglio moro con la barba, tipo arabo. Torno dalla sicilia dopo le mie vacanze estive in famiglia. Studio a Roma, ultimo anno di università. Roberto mi chiama sempre più spesso e tutte le mie amiche mi fanno tante domande, ma questo chi è… Claudia ci devi dire qualcosa… Io non devo dire niente a nessuno! E’ solo un amico!! Non mi piace! Non ci pensate nemmeno. Roberto mi viene a prendere all’aereoporto. In quei giorni stiamo spesso insieme perchè le mie coinquiline ancora non sono arrivate. Lunghe chiacchierate sul balcone con tanto di birretta e candele sulle mie paranoie esistenziali amorose e le mie sfighe con i maschi. Dentro di me ho sempre pensato che l’uomo che sarebbe diventato mio marito non poteva non essere il mio migliore amico. Perchè io nell’amicizia riesco ad aprirmi veramente e a darmi il tempo di farmi conoscere veramente. Così penso che sarebbe bello se la mia storia d’amore nascesse così, con uno come Roberto… ma NO ROBERTO! Lui mi pare brutto! Non mi piace!!!

Una sera usciamo con una coppia di amici fidanzati e litigherelli… ci ritroviamo a Nemi fra fragole e panna e tante confidenze. Torniamo a casa mia. Sto proprio bene con lui è troppo simpatico. C’è sintonia. Sul balcone, candele, birretta, e vai con le paranoie amorose (chiaramente le mie!) povero Roberto! Così ad un certo punto lui mi guarda, fermo, lucido, e mi dice “e se ci provassimo io e te a stare insieme?” AHHHHHHHHHHHHHHHH!!! NOOOOOOOOOOO! Non è possibile! Porcamiseria e ora come glielo dico di no subito a botta così… mi sembra brutto… dai gli dico che ci devo pensare… prendo tempo e domani lo accanno!!! Lui se ne va con la coda fra le gambe certo di un mio no. Io mi sento sicura di me. Penso solo che magari non so come dirglielo. Vado a letto. BUONANOTTE.

E chi dorme?? Incubi su incubi… una voce mi rimbomba dentro… ho paura di essere ferita… non sono pronta ad innamorarmi davvero… ho paura… non sono pronta… La mattina mi sveglio e dico: ma com’è possibile che ho questi pensieri se di questo tizio non me ne importa nulla??? Sono una razionale io. Il Signore passa per le contraddizioni di ciò che sento e penso. Ormai lo conosco il Signore, ma soprattutto Lui conosce me. Lo so come si organizza con me. Gli voglio dare una possibilità. Al Signore. A Roberto. Forse anche a me. Dentro di me ho fatto il seguente sterile ragionamento: ho dato possibilità a tanti stronzi di starmi accanto?! Questo c’ha 30 anni, lavora, sembra un tipo serio, di fede, posso dare una possibilità anche a lui no?! Certo però mi deve piacere come bacia se no non se ne fa niente…

Così dopo alcuni giorni di ulteriori incubi su sto fatidico bacio, un’angoscia e un senso di schifo mi invadevano. Ma io sono testarda. Come San Tommaso, se non vedo non credo. Non mi fermo a quello che sento ma lo tengo in considerazione. Voglio vedere il Signore cosa vuole fare con me. Ci sono troppe cose che non mi tornano. VOGLIO METTERE IL DITO SU QUELLE PIAGHE. Così al ritiro dei marcianti a Frascati raccolgo quelle due o tre energie che mi sono rimaste dopo tutte le fregature che mi sono presa in questi anni e gli dico SI! Ok proviamoci. Stiamo insieme io e te! A quel punto sto maschio trent’enne, lavoratore, maturo e di fede che fa??? RITRATTAAAAA! Mi dice che ho capito male, che non è che proprio vuole stare con me, che anzi siamo solo amici… non l’ho corcato di botte perchè eravamo davanti ad una chiesa. Così, da donna gagliarda quale sono diventata PER IL SIGNORE gli chiarisco che allora non è che può continuarmi a chiamare, a sentirmi, a vedermi così spesso, si prendesse tempo, si chiarisse, ma non ci mettesse troppo tempo che già c’è un altro che mi piace.

Dopo due giorni mi chiama e mi dice che assolutamente mi deve vedere. Io gli ricordo i patti. Lui se ne frega e viene uguale. In quel momento sono convinta che mi vuole fregare, e se vuole tornare nella situazione ambigua di prima davvero lo riempio di mazzate anzi gli do tutte quelle che non ho dato a quegli altri stronzi prima d lui!!! Si può scrivere stronzi in duepanieduepesci!!! Comunque Roberto sale su, io mi sento forte e manco lo guardo negli occhi. Ci sediamo in cuicina e parto col mio monologo, come solo noi donne sappiamo fare. Ma non doveva parlare lui? Così mi interrompe e mi dice di farla finita, che c’ha pensato e vuole stare in questa cosa con me. Io rimango bloccata. Questa non l’avevo prevista. Porcamiseria. E adesso? Non è la mia esperienza solita con gli uomini. Di solito mi “accannano” dicendomi che sono troppo per loro, questo invece si sente all’altezza e come! Io mi sento in imbarazzo, tipo i bambini dell’elementari che si fidanzano. Quando una storia è razionale come la nostra come passi all’azione? Proprio il bacio non ci sta. Mi sento in imbarazzo e quasi lo butto fuori casa. Le mie coinquiline origliano dietro la porta… Sull’uscio di casa mi parte così, da dentro, e LO BACIO! Cavolo se non mi piace non posso starci insieme. Il bacio è tutto. Il Signore lo sa. Un bacio così bello e così dolce non me l’aveva dato mai nessuno! Mi sento un metro da terra!

Siamo stati fidanzati due anni. Dopo un anno abbiamo deciso di sposarci l’8 dicembre dell’anno successivo. I primi tempi io ero terrorizzata. Di mostrare le mie paure, la mia rabbia, le mie debolezze. Ma non lo dicevo apertamente. In macchina quanti silenzi. In fondo avevo paura che se gli avessi fatto vedere le mie debolezze mi avrebbe lasciata. Quanti tentativi da parte sua di tirarmi fuori tutto questo. Dico ora questo mi molla! L’hanno fatto gli altri lo farà pure lui. Un giorno mi guarda negli occhi e mi dice “guarda che io non me ne vado! Guarda che io resto”. Scoppio a piangere. Dentro di me penso QUESTO E’ L’UOMO DELLA MIA VITA! QUESTO E’ IL PADRE DEI MIEI FIGLI! CON QUESTO CI INVECCHIO. Con Roberto ho potuto tirare fuori tutto di me. Soprattutto la rabbia. E questo mi ha salvata! Una vita a fare l’equilibratina, la ponderata, la saggia. Era la paura di essere abbandonata. Invece con lui mi infuriavo e come! Mi sentivo libera. Libera dalla paura. E potevo essere me stessa veramente. Ed essere amata per questo.

Ci sposiamo a Santa Maria degli Angeli l’8 dicembre 2005. Sono le 11.00. Sono bellissima e raggiante. E’ una vita che aspetto questo momento! Il mio sogno d’amore si sta realizzando. Non so cosa mi aspetta. Ma so cosa voglio. Io voglio essere felice e farò di tutto per questo! La mia fraternità è pronta a partire con il canto di ingresso Vieni dal Libano mia Sposa, prima 8 colpi di bongo. C’ho il cuore in gola! Ora svengo… attraverso la Cappella delle Rose e le persone che amo di più sono tutte li! Fra Mauro ha preso l’aereo dalla Sicilia per sposarmi. Poi il momento fatidico. Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre… E il canto di benedizione degli sposi “Nessuno ti chiamerà più abbandonata, ne la tua terra sarà più detta devastata, ma tu sarai chiamata mio compiacimento e la tua terra sposata. Perchè di te si compiacerà il Signore e la tua terra avrà uno sposo” ISAIA 62. Il mio bouquet di 100 tulipani lo lascio alla MADONNA ringraziandola.

Da quel giorno è iniziata un’avventura incredibile. Il mio matrimonio. Fatta di prove durissime. Momenti terribili. La sensazione di aver sbagliato tutto. Ma anche istanti indimenticabili di gioia e intesa. Risate uniche e una complicità che non ho con nessuno. Ma nei momenti più bui non è mai mancata la forza dell’ostinazione che ho di essere felice, e che Dio realizzi nel mio matrimonio la SUA PROMESSA DI FELICITA’ perchè il paradiso è qui oggi. Ci siamo fatti aiutare. Umanamente e Spiritualmente da amici e professionisti, da suore e frati. Continuamente in cammino alla scoperta di un’incastro perfetto che non esiste e che è un mistero, ma a cui ogni tanto ci avviciniamo. Due monellacci di 5 e 1 anno, Davide e Luca, a testimoniare un amore che va avanti da 8 anni. Io non penso che il mio matrimonio non possa finire. Ma credo che mi ostinerò moltissimo perchè non finisca perchè VOGLIO INVECCHARE CON MIO MARITO. Roberto Reis un dono di Dio. TI AMO.