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Fidanzati senza frontiere

Ruvido

Qualche giorno fa abbiamo ricevuto una bellissima lettera. La ripubblico integralmente qui sotto perché ci ha fatto rivivere molti momenti bellissimi del nostro fidanzamento. A quel tempo io mi trovavo a Zurigo mentre Alessandra era ancora in Basilicata. Il nostro fidanzamento sembrava impossibile eppure … auguriamo a Daniela e Lorenzo (e a tutti i fidanzati lontani) di poter camminare in questo sentiero e così scoprire l’amore vero. Ecco la lettera:

 

Ciao!

Mentre siete in Liguria e spero riusciate a fare un bagnetto (ecco … magari non per l’acqua che vien giù!) ho deciso di scrivervi. Vi ho virtualmente incontrati per pura Dio-incidenza e credo che non ci potesse essere momento più azzeccato per far capolino tra le mie news di facebook.

20 aprile. Accompagno per l’ennesima volta Lorenzo all’aeroporto di Malpensa. È sempre più difficile trattenere qualche lacrima, ma stavolta lo è ancora di più. Non lo so perché … tra l’altro abbiam pure “litigato” … (mannaggia ai benzinai chiusi la domenica!). Non lo so perché, ma proprio in quella lite che con “inspiegabile” calma siamo riusciti a ricomporre, succede che chiara, fulgida, irremovibile mi si stampa una frase in testa, nella pancia, nel cuore … IO QUESTO LO SPOSO!

Si ecco … non è proprio un colpo di testa. È vero, siamo in “marcia”, da un po’ … forse da quel 25 luglio 2011, da quel suo “come stai?” che ha tirato fuori quel mix esplosivo di sicilianitudine e brianzolaggine che è in me: un cenno della testa, un suono bisillabico che “senti non spreco nemmeno parole” – e soprattutto fiato, che dopo 50 km in montagna … mi serve!!!— e … pedalare!!! Non è colpa mia … era un periodaccio ed ero affetta da orsite acuta! (ma non erano gli uomini ad essere predisposti geneticamente!!!) Comunque, tornando a quel pomeriggio in aeroporto, io avevo quest’urgenza: in mezzo a quei “drammatici saluti”, tra abbracci e languidi sguardi, come posso rendere comprensibile ciò che sento all’uomo che ho di fronte e che se non si sbriga (… E MI SBRIGO!) rimane qui? (che quasi quasi non è una brutta idea fargli perdere un po’ di tempo …) Cosa faccio? Cerco velocemente un sacerdote —ce ne sarà sicuramente uno in aeroporto che parte per qualche missione!— e lo trascino con me per sposarci qui all’istante (come in ogni telenovelas che si rispetti)? Mi impossesso del microfono del tizio al checkin e urlo che il signor Lorenzo è urgentemente DESIDERATO dalla signora qui presente Daniela? Chiedo a questi che sicuramente suonano in un gruppo (o sono degli strumenti quelli nelle sacche o “aiuto chiamate subito la sicurezza!!!”) di attaccare con un marcia nuziale, così … per creare un po’ di atmosfera? Non lo so … se son qui che vi scrivo e non mi trovo ancora in aeroporto in stato di fermo, evidentemente non ho fatto nulla di tutto ciò … semplicemente ho atteso di carpire quell’ultimo bacio lanciato da dietro un vetro con un nodo allo stomaco di quelli che non sai come sciogliere … triste, arrabbiata, frustrata. Quell’entusiasmo, quella gioia trattenuta è implosa con forza devastante. Perché? Perché i fugaci MA e i SE che LIEVEMENTE attraversano il pensiero, sanno diventare velocemente PESANTI tentazioni diaboliche …

Lorenzo vive a Braunshweig in Bassa Sassonia, dove sta portando avanti la sua faticosa ricerca tanto delle cose di quaggiù, quanto di “quelle di lassù”, in un deserto che lo sta mettendo a dura prova. Ma lui è più duro … e resiste, procedendo con il suo dottorato sulle nano…cose che lo terrà impegnato ancora per un paio d’anni. E io? In Italia. Maestra, precaria, sottopagata … fortunata!!! Faccio ciò che ho sempre desiderato fare, desidero ciò che ho sempre fatto! (da quando i Postalmarket di mammà erano fantastici libri per spiegare le lezioni ai miei alunni sempre attenti, zitti come non ci fossero!!). In un paese che ormai sembra non lasciare troppo spazio ai desideri e ai sogni, ho ricevuto questa immensa grazia … E ora?

Devo realmente lasciare tutto? (perché si sa, la ricerca non è proprio il settore trainante dell’economia italiana, se ancora ne esiste una!) Come si fa? Ho sbagliato tutto? È questa la storia per me? Eppure questo amore così dolce e forte, così delicato e deciso ad un tempo, così presente e libero … come quell’”abbraccio benedicente“ che un giorno ho sentito. Eppure questo amore così concreto nonostante la distanza,così comprensivo e paziente (che ce ne vuole di pazienza quando hai sciolto la ceretta con tutto il flacone e nessuno crederà che lo hai fatto per vedere se magari in questo modo funzionava meglio … così … perché anche tu volevi fare qualcosa in favore della ricerca! O quando “tesoro che dici?!?“ l’acqua non sta uscendo dalla pentola, hai delle nano-allucinazioni!!!). A 30anni, con il cuore a brandelli, l’entusiasmo sotto ai piedi, con la paura di ritrovarmi nelle stesse situazioni di sempre, dopo pretenziosi libri che vogliono dirti come si fa ( sì! Lo confesso! Lì ho letti! E qualcuno l’ho anche sottolineato!) non riuscivo, non volevo crederci. Poi non ce la fai più a resistere …

Stremata molli il timone, con le ultime forze che ti rimangono fai 4 chiacchere con quel Pietro che abita in te (e mò si spiega da dove viene l’orsite!!!) che non si vuole far lavare quei piedi fiaccati e sanguinanti --che se poi i piedi guariscono non hai più di che lamentarti … devi camminare!!!— e scopri che le Sue promesse si compiono. MA —ancora— in questa situazione che non riesco far quadrare, sarà lui l’uomo giusto? … Ah to’ guarda … anche lei si è fatta la stessa domanda … e questi chi sono? Non li conosco, non siamo amici, perché mi compaiono tra le notizie? Ma dai!?! Sono amici di Mimmo e Cinzia! (Che spero —prima o poi— di conoscere di persona! Ma credo che —prima o poi— capiterà anche questa Dio-incidenza!) Ma dai!?! Si son conosciuti alla Marcia Francescana anche loro! (per gli amici single: CHI HA ORECCHI PER INTENDERE, INTENDA!!! E anche velocemente, visto che: punto primo, le iscrizioni per quest’anno si chiuderanno tra poco, punto secondo … ce siamo capiti! A parte gli scherzi, garantisco a tutti che è una bellissima esperienza!). Ma dai !?! Senza fissa dimora e lavoro in giro per l’Europa! Sì, è vero, è la condizione di molti, ma … NON CI POSSO CREDERE!!! Loro vivono proprio a Friburgo, dove ogni tanto immaginiamo di trasferirci io e Lorenzo! (Da che non sapevo nemmeno dell’esistenza di questa ridente città a che mò scopro che è praticamente la provincia più a nord dell’Italia!).

Allora si può!

Si può trovare il modo di essere famiglia lontano da casa, dagli affetti … si può trovare il modo di evangelizzare, anche lontano dal proprio mondo … di certezze! Perché teoricamente lo sai che si può … lo hai sentito tante volte, lo trovi ragionevole, giusto (nel senso più biblico che conosci) eppure … allora la testimonianza di chi vive questa condizione, nella gioia e nella fatica che tutto ciò comporta, diventa fondamentale! Grazie perché inconsapevolmente mi avete dato una bella “ruzzata” 😉 Grazie perché la vostra condivisione è davvero preziosa per il nostro cammino come per quello di molti altri giovani (sì… amo definirmi ancora tale!). Vi racconteremo le prossime puntate. Magari via mail, Magari davanti a uno schnitzel nella ridente Friburgo, magari … ancora grazie di cuore!

Daniela (e Lorenzo)