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Ma l'avete voluto?

Alescanca

Questa è la frase che chiunque ci incontra e intravede la mia panza esagerata ci fa. Ebbene sí, dopo anni di desideri, lotte intestine con me stessa, con Dio e con il mondo finalmente siamo in attesa!!!

Il cammino è stato lungo soprattutto per me, ma alla fine siamo qui a goderci quella gioia esplosiva che solo notizie come questa possono dare. Mi rendo conto che per alcuni è piú semplice essere aperti alla vita e disponibili ad avere tanti figli, per altri è piú difficile e ci vuole un pezzo di cammino in piú per arrivare a desiderare in piena libertá e responsabilitá il quarto figlio. Noi, e sottolineo ancora soprattutto io, facciamo sempre parte di quelli che devono sudare per arrivare a certe cose nonostante siano belle.

Ho sempre avuto una santa invidia per alcune mie amiche che sono molto libere e serene ad accogliere tanti figli. Quanto mi sarebbe piaciuto pure a me essere cosí, essere mamma il piú possibile con piú figli possibili e invece ho la mia storia, i miei casini, i miei mille irrisolti, tutto impastato tra traslochi, lingue da imparare, instabilitá e paura. A questo si aggiungeva spesso anche il senso di colpa “Io ho avuto la grazia di sposarmi cosí giovane e la grazia di poter avere il dono dei figli…”.

Chiaramente il maligno ci gioca sempre su queste cose, ma è altrettanto vero che la provvidenza di Dio non si fa mai attendere e fu cosí che un giorno, in confessionale, un sacerdote alto due metri e molto piú mi dice a chiare lettere “Aoh! Ma chi ti credi di essere?! Dio ti guarda con amore e misericordia, non pretende che tu sia fantastica, super. Puoi provare a guardarti anche tu cosí come sei, senza pretese?! Daje!”. Quanto mi ha voluto bene quel prete che neanche mi conosceva. Quanta pace mi ha dato quella confessione. Come è stato bello vedere come un sacramento (la confessione) togliesse via il senso di colpa con un calcio nel sedere, che liberazione!

Da lí mi sono messa in cammino e sono passata dall’alternanza del senso di colpa e dal raccontarmela a mettere le mani in questa cosa delicata e profonda della mia storia e della mia vocazione. Per anni me la sono raccontata, uh quanto me la sono raccontata! Insieme a questo, a giorni alterni, mi flaggellavo a sensi di colpa fino a quando finalmente con la preghiera, con la condivisione profonda con Francesco, cambiando il mio sguardo su me stessa e con le amiche belle vicino a me qualcosa è cambiato. Ho visto che ognuno di noi ha qualcosa di grosso su cui fa fatica: chi non riesce a fare il passo di sposarsi, chi non riesce neanche a creare relazioni stabili, chi fa fatica a gestire la suocera e chi sta in salita nell’aprirsi alla vita.

Le reazioni

Oggi sono qui, dopo sei anni da quella confessione, a scrivere questo post per dire gliel’ho fatta pure io!!! La mia gioia solo all’idea di un figlio mi faceva venire male alle guance per il troppo sorriso nonostante la paura che qualcosa vada male e tutti i pipponi mentali da mamma rimangono di sottofondo costantemente (giusto per essere chiari!).

Nonostante questo, la domanda “Ma lo avete voluto?” mi suonava davvero strana ogni qualvolta la sentivo e la sento. Alla notizia del primo figlio tutti reagiscono con “Tanti auguri! Come ti senti? Hai le nausee? Goditi questi mesi, dormi piú che puoi, mangia bene mi raccomando perché poi….” poi che? Mi chiedevo, poi non mangeró piú? Non sia mai! Tutto nella vita, ma il cibo nun se tocca!

Alla notizia del secondo figlio le reazioni invece hanno un tono piú profondo se vogliamo: “Quando deve nascere? Si sa giá se è maschio o femmina? Speriamo un maschietto che avete giá la femminuccia, cosí fate la coppietta e siete apposto. Beh, dai ci voleva proprio un fratellino! Bravi, i figli vanno fatti giovani”.

Alla notizia del terzo figlio le domande iniziano a diventare quasi irrisorie e nascondono un po’ di dubbi velati da una gioia spesso solo apparente che potrebbe essere placata se i primi due sono due femmine come nel nostro caso: “Di nuovo incinta? Davvero? Beh comunque ci vuole il maschietto. Tre è il numero perfetto, poi basta peró che per mantenerli al mondo d’oggi so cavoli! Speriamo tutto bene”. La risposta che purtroppo, data la mia sempre pronta franchezza, non ho tenuto sempre per me è stata: “Non ti preoccupare che siamo bene informati su quanto costa mantenere un figlio, ma se la cosa ti preoccupa profondamente ti invio il mio iban perché il Signore ama chi dona con gioia soprattutto se sostiene una famiglia e comunque non abbiamo un numero ideale di figli e speriamo sia femminuccia cosí sono giá avviata alla fase pink”.

Ma alla notizia del quarto figlio tutto si fa esplicito: “Ma lo avete voluto???”. Punto. Non ci sono altre domande, al massimo qualcuno aggiunge “Meglio un figlio che una malattia” ovvero meglio che vi sia capitato un figlio nella vita che una malattia perché “non sarete mica cosí scemi da averlo voluto” è sottinteso.

C’è una menzogna di mezzo

La domanda mi suona sempre male ogni volta che la sento. Non riuscivo a capire perché. È chiaro che le persone che ce la pongono, non conoscendoci tutte in maniera profonda, non sanno come la pensiamo riguardo alla nostra visione di famiglia come vocazione. Tutto questo lo capisco e peró non mi suona lo stesso… Ci ho pensato un sacco: ma cos’ha sta domanda perché mi suona tanto male?

Poi ho capito che questa domanda è profondamente sbagliata! Credo che è proprio la domanda che è sbagliata in sé! È frutto di una cultura che ci è stata propinata in nome della libertá e del “puoi decidere tutto tu” mentre non sai neanche se domani ancora lavori e se ancora ci sei (sono giorni che preghiamo per un ragazzo di 36 anni, padre di due bimbi piccoli, che ha saputo di avere un tumore una settimana fa e oggi verrá celebrato il suo funerale). È frutto di una cultura che ci è stata propinata in nome della libertá sessuale dove puoi dividere completamente la sessualitá con la procreazione. Menzogna allo stato puro! Che fregatura!

Ci hanno venduto tutti i contraccettivi del mondo cosí puoi fare quello che ti pare con chi ti pare, non solo con il tuo ragazzo o con tuo marito, ma con chi senti, chi ti fa battere il cuore, tanto “uso la pillola” e nel caso c’è anche la pillola del giorno dopo, insomma Kein Problem direbbero i miei amici tedeschi, nessun problema appunto. Soprattutto “che male c’è?”. Non sono qui a giudicare chi usa contraccettivi o a fare puritanesimo perché tante persone, per motivi disparati hanno necessitá ad usarne (problemi fisici, psicologici, crisi, ecc) ma sono qui per dire che è una menzogna pensare che la sessualitá si possa dissociare dal generare un figlio. Menzogna allo stato puro.

Non credo che sia necessario spiegare come si fanno i figli, ma forse ci dobbiamo fermare un momento a ragionare sui dati. In questo non c’entra nulla la fede, ma solo la pura ragione.

Nella nostra cultura fare l’amore e generare un figlio sono due cose completamente disconnesse, o meglio ce l’hanno vendute cosí in nome proprio della libertá sessuale. Che ideologia ipocrita e da sottosviluppati! Che sciocchi noi ad abboccare! Come si fa nel 2019 ancora a chiedere se un figlio è voluto? Come si fa a cascare dal pero quando rimani incinta del fidanzato (quando va bene!)? Ci hanno intortato con la pillola, i preservativi e tutta la contraccezione pre e post uso e consumo. Ma siamo davvero informati??? Davvero si puó stare tranquilli ed escludere una gravidanza usando un contraccettivo? Siete al corrente dell’oggettiva efficacia di questi metodi?

Se vai su internet cerca “indice Pearl” che è lo standard internazionale che valuta l’efficacia dei metodi contraccettivi. Ci sono elencati tutti i metodi con le percentuali di sicurezza e di errore. Ne estrapolo di seguito solo quelli ritenuti piú efficaci e piú comunemente usati.

la pillola ha un errore di funzionamento che va dallo 0,1%-0,7% se usato bene, altrimenti l’utillizzo medio invece è dell’ 8%-9% il preservativo ha un errore di funzionamento che va dallo 0,2%-2% se usato bene altrimenti l’utillizzo medio invece va dal 2%-15% il metodo sintotermico, un metodo naturale molto diffuso insieme al metodo Billings, ha un errore di funzionamento che va dallo 0,7%-2% se usato bene altrimenti l’utilizzo medio va dal 2,8%-25% Per il coito interrotto non scrivo neanche le percentuali perché sono molto alte, prendo in considerazione solo i metodi piú efficaci.

Prendiamo ad esempio la pillola, che pare la cosa piú efficiente. Per funzionare bene ed avere un rischio che va dallo 0,1 allo 0,7% deve essere assunta regolarmente per i primi ventuno giorni del ciclo mestruale. Se una volta ti dimentichi o hai la diarrea, il vomito o la gastroenterite non funziona piú. Inoltre anche alcuni farmaci, anche un semplice antibiotico, un gastroprotettore o semplicemente delle erbe tipo l’erba di san Giovanni, possono essere da inibitori. Te capí! Questo discorso è puramente tecnico e di funzionalitá perché se dovessimo considerare che la pillola viene considerata ufficialmente la prima causa di tumore nelle donne (sul sito dell’AIRC c’è scritto a chiare lettere che la pillola aumenta il rischio di cancro al seno, alla cervice uterina e al fegato; da notare che questi sono i tipi di cancri piú diffusi nella donna), allora poi non c’è ragione che regga nel suo uso.

“Amore prendi la pillola cosí abbiamo una probabilitá alta di non concepire e anche di farti morire di tumore. Dai! Cosí facciamo l’amore quando ci pare senza considerare i giorni fertili e quelli no.” Sto esagerando e forse no purtroppo.

Tutto questo per dire che la cosa piú “affidabile”, oltre ad essere pagata a carissimo prezzo, non è poi cosí sicura. Supponiamo che siamo bravissime nell’assunzione della pillola e che facciamo attenzione ai vomiti e alle gastroenterite varie e che controlliamo anche tutte le erbe e gli antibiotici prima di farne uso per essere sicure che non inibiscano l’efficacia della pillola, ma sei proprio sicura di volerti assumere tutta questa responsabilitá da sola?? L’utilizzo medio della pillola è del 8-9%, vuol dire che in un anno si sono avute 8/9 gravidanze ogni 1000 persone che lo hanno utilizzato correttamente.

Io ho sempre pensato che la pillola fosse la cosa in assoluto piú sicura per non avere una gravidanza indesiderata e che i metodi naturali erano scelte di fede, ma questa mia impressione è venuta meno quando nella mia stessa stanza d’ospedale a Roma c’erano due ragazze con un pupo appena partorito come me e usavano entrambe la pillola e quando, venendo sempre piú a contatto con i CAV (Centro Aiuto alla Vita) ho scoperto che non è proprio cosí, molte sono le ragazze/donne che hanno gravidanze indesiderate usando la pillola e bussano al CAV.

Insomma ci hanno mentito quando ci hanno fatto credere in tutte le salse che potevamo dissociare il fare l’amore con l’arrivo di un figlio. È una menzogna che fa fruttare miliardi e miliardi di euro, un business che va alla grande a cui abbocchiamo facile. Siamo degli ingenui a pensare che a noi non succederá. Queste sono statistiche reali. L’unico metodo anticoncezionale garantito è solo l’astinenza. Se non siamo pronti all’eventualitá di un cucciolo d’uomo, se non siamo pronti a donare la vita, non siamo pronti neanche a generarla, altrimenti siamo solo degli immaturi e irresponsabili.

Quindi per questo la domanda “L’avete voluto?” è sbagliata in sé. È impossibile non rendersi conto che facendo l’amore con qualcuno c’è la possibilitá, seppur volendo ridotta da un contraccettivo, di un figlio. Non esiste per nessuno “non volerlo” solo per uno sprovveduto che non si rende conto di questo e dissocia le due cose.

Note fondamentali

So bene che toccare argomenti come la sessualitá, la contraccezione, l’apertura alla vita genero il putiferio. Sono pronta agli insulti che stamperó e porteró con me alla prossima confessione cosí magari il mio parroco sará piú clemente. Vorrei peró precisare alcuni punti che molti non vedono l’ora di attaccare.

L’apertura alla vita.

Preciso che essere aperti alla vita non vuol dire avere quindici figli o quelli che Dio ti manda. Non è questo quello che dice la chiesa. Per sapere cosa dice la chiesa devi leggere il Catechismo Della Chiesa Cattolica nella parte in cui si parla del sesto comandamento e in particolare dove parla della castitá per gli sposi (parola sempre molto abusata e travisata, con un significato invece molto profondo e soprattutto opposto a quello che si pensa). Il tuo parroco o la catechista del tuo gruppo puó dire che è irrealistico avere mille figli o, al contrario, che se vuoi vivere a pieno il matrimonio devi accogliere i figli che Dio ti manda senza tenere presente nulla. La veritá non la dico io e non la dice il parroco e neanche la catechista, la trovi sul Catechismo perché è quello il documento ufficiale della chiesa, il resto sono opinioni.

Quello che so io è che è un cammino e non ci sono mai le regolette da applicare tipo stickers di Spider Man. Dio non ci mette mai nei quadratini e ci fa diventare tanti bei soldatini arruolati. Insomma diffidate dalle imitazioni di cristiani qualunquisti perché sono di basso livello. Leggete da soli il Catechismo e informatevi come si deve. Non vi lanciate in critiche prima di aver letto o, se proprio volete, scrivetele nei commenti che mi servono per la prossima confessione.

La contraccezione

Quello che ho scritto riguardo alla contraccezione non ha nulla a che vedere con la fede, ma è solo un puro ragionamento guardando dati statistici considerati validi a livello mondiale (non li ho trovati sul sito di Paperino o su qualche sito cattolico bigotto contro la contraccezione!). Personalmente so che anche i piú bigottoni si trovano prima o poi di fronte alla scelta obbligata o quasi di contraccettivi (puó succedere), quindi c’è poco da fare i superiori.

La sessualitá

Credo e ribadisco che siamo cresciuti con la menzogna che si potesse separare dalla procreazione in maniera assoluta. Credo anche che di questo se ne parli poco e in piú penso che non ho mai sentito parlare di sessualitá in maniera cosí bella e profondamente vera come nella chiesa (in questo caso potete prendermi per pazza, ma io ho questa esperienza). Se poi parliamo di castitá ancora meglio! Sul Catechismo la definizione di castitá è: dono reciproco, totale e illimitato nel tempo di sé che va vissuto in diverse modalitá a seconda dello stato di vita in cui ci troviamo (fidanzati, consacrati, sposi). Spesso la castitá viene confusa con l’astinenza, ma quest’ultima è solo la forma di vivere la castitá per i non sposati. Insomma c’è una bellezza incredibile da scoprire, ma purtroppo parliamo di queste cose sempre con tanta ignoranza e superficilaitá. La chiesa, a mio parere, ne parla in maniera molto profonda e con una bellezza di cui non se ne puó fare proprio a meno. Trovo che vivere la castitá nel fidanzamento e nel matrimonio dia spazio alla massima intimitá. Non a caso le persone che conosco che dopo tanti anni di matrimonio ancora si corteggiano, si cercano, non prendono impegni per quelle sere in cui si puó fare l’amore sono proprio coppie che usano i metodi naturali. Non so se è un caso o solo la mia esperienza, ma di gente sposata ne incontriamo davvero tanta sia atea che credente.

Lo volete proprio sapere?

Comunque, se proprio lo volete sapere, sí, lo abbiamo proprio voluto perché oltre la paura di una vita che arriva con tutto il suo mondo da conoscere, non c’è cosa che ci fa piú gioire che questa. Siamo pazzi, lo sappiamo, è la cosa di cui siamo piú coscienti, ma non tanto perché aspettiamo il quarto figlio o perché abbiamo lasciato un lavoro da professore universitario per dedicarci a 5pani2pesci, ma perché la motivazione di tutto questo è che seguiamo Gesú Cristo che crediamo essere Figlio di Dio e salvatore del mondo. Per questo siamo pazzi. Gesú Cristo, d’altronde, non era uno poi tanto normale e non faceva cose poi tanto normali! Certo che abbiamo tante paure fra cui quella piú reale e che si ripete sempre è che a casa staremo stretti, poi seguono le paure serie del tipo “e se poi è malato?”, a cui si aggiungono quelle puramente da mamma come “nooo, mi tocca ricominciare con le pappe e non avró un attimo di tregua quando dovremo guardarlo a vista nella fase tocco tutto e faccio i migliori guai”.

E poi nel nostro caso la battuta “Ma non avete la televisione” ci sta tutta perché non ce l’abbiamo e non intendiamo avercela e consigliamo di seguire l’esempio. Io nel frattempo mi preparo alla fase che tutte le donne amano, ovvero l’unica in cui sei felicemente obesa e fiera di esserlo. L’unico problema che la scatola dei miei vestiti premaman è un po’ sui generis perché le ultime gravidanze le ho fatte all’estero fra Francia e Germania quindi ho maglioni fuxia con le le maniche a tre quarti bombate oppure cose che in Italia neanche mia nonna si metterebbe in campagna per raccogliere l’insalata. Se mi vedete vestita strana non è per via dell’ormone, ma per i vestiti a disposizione.