Un punto sulla realtà 🦊 #2
Carissimi
Oggi tocca a me (Ale) il grande onore di inviarvi questa ✨ newsletter di 5pani2pesci ✨ e spero di essere utile almeno quanto lo è di solito mio marito con le sue perle di saggezza. Ora, mettiti comodo, abbassa le tue difese. Questo è il momento di lasciarsi toccare il cuore.
Il rischio è che tu possa essere felice.
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Buona lettura
Alessandra
Un punto sulla realtà 🦊
… ovvero 😗 “Misericordia io voglio, non sacrificio” – Mt9,13
Il Vangelo è radicale, le proposte di Gesù scandalose, rivoluzionarie e inaccettabili agli occhi del mondo. I suoi discepoli poi – i santi di Dio – roba da fuori di testa. Gente che lascia tutto per Dio, che percorre scalzo le strade del mondo e si piega gioioso sulle ferite puzzolenti dell’uomo. Roba forte – eppure – quando qualcuno intorno a noi inizia a fare scelte per Dio o assolutizza il Vangelo nella sua vita, spesso suscita sguardi di giudizio, viene frenato, ostacolato o semplicemente deriso.
C´è una cosa che mi ha sempre colpito: che differenza c’è tra un uomo di fede e un fanatico di Gesù Cristo? Pensandoci bene, mi verrebbe da dire che mentre i primi sono radicati in Gesù in modo autentico, vero e reale, i secondi – al contrario – partono in quarta, martellando su cose buone da fare a tutti i costi (anche quando la vita ti porta altrove), pieni di giudizio per se stessi e gli altri su cosa è giusto o sbagliato.
Mentre i primi sono pienamente radicati nell’essere, i secondi vivono nel fare.
Di fanatici nella vita ne ho incontrati tanti e forse lo siamo stati un po’ tutti, dopo aver fatto un incontro con Dio che ti cambia la vita. Ad esempio, dopo aver scoperto il Signore ai corsi ad Assisi, inizi a parlare solo di Assisi, solo dei frati e delle suore: solo loro seguono davvero il Signore (il tuo parroco poverino invece è diocesano…), solo ad Assisi si vive la Fede. Oppure Medjugorje. Se incontri Dio da quelle parti stai in fissa con il dire tre rosari al giorno e, chi non lo fa, quasi non è degno di ritenersi cristiano; poi organizzi otto pullman all’anno pieni di amici, parenti, colleghi e gente raccattata per strada.
Non mi fraintendete. Tutte cose buone, buonissime, anzi sante.
Ma gli uomini di fede che ho conosciuto… sono diversi. La maggior parte di loro parlano poco, non sono fomentati, pregano e basta – senza clamore – ma con tutto il cuore. La cosa che mi colpisce di più è quell’essere sempre radicati nella realtà, quel modo chiaro di fare verità nelle cose, di riuscire a leggere la vita con limpidezza e semplicità. È come se nelle loro vite rimanessero solo le cose essenziali, non hanno bisogno di nient’altro. Le loro energie quotidiane sono tutte focalizzate su pochissime cose semplici e chiare.
Penso proprio che sia la realtà lo spartiacque fondamentale fra questi due atteggiamenti, apparentemente così simili, ma distanti anni luce nei fatti. È la realtà che ci salva dal fanatismo e ci fa vivere la relazione con Dio in modo vero e autentico.
Dopo aver parlato del digiuno in un episodio del podcast di un paio di lunedì fa, abbiamo ricevuto tantissimi messaggi. Alcuni di essi erano condivisioni molto profonde di quanto, tutto questo tempo di grazia della quaresima, con i suoi incisivi e costosi inviti alla preghiera e al digiuno, stia scavando dentro i cuori. Altri messaggi invece erano dolorose storie di ragazzi che stanno combattendo con problemi di salute, in particolare con l’anoressia e per cui, alcune cose come il digiuno, sono solo ferite sanguinanti e non possono assolutamente essere prese in considerazione per nessun motivo al mondo.
Ecco.
Ricordiamoci che Dio parla sempre nella tua realtà – mai in astratto.
Parla a te.
In casi del genere pensare che il digiuno quaresimale sia una strada per incontrare il Signore è decisamente fuori luogo. Per me è fuori discussione anche fare il digiuno se proprio quel giorno viene a trovarci qualcuno e si ferma a pranzo o a cena. Questo venerdì, ad esempio, lo passeremo insieme ad un caro amico sacerdote e, per il pranzo, ci raggiungono amici che non vediamo da dieci lunghissimi anni. Questi incontri sono una grazia infinita. Fare digiuno è fuori luogo perché il Signore si trova nel presente ed in incontri preziosi come questi. Quindi – nonostante le resistenze di mio marito che ci tiene particolarmente a fare il digiuno almeno in quaresima – credo mangeremo cose buone mentre ci sazieremo di queste amicizie importanti.
Forse sono esempi banali.
Ma pensate a quante volte il Signore parla nella realtà, come quando un figlio ha bisogno di imparare una maledetta poesia a memoria (odio le poesie a memoria con tutta me stessa!) e noi pensiamo a dire il rosario o a parlare di cose buone e sante da organizzare in parrocchia, o come quando il tuo fidanzato ha bisogno di essere visto nella sua povertà e tu vai dritta per la tua strada “santa”, parlando dei massimi sistemi, citando (a sproposito) la scrittura.
Andiamo…
Gesù Cristo è SEMPRE nella realtà della vita vissuta.
L’obiettivo non è dire più rosari, non è partecipare a tutte le messe o fare tutti i digiuni, ma riuscire ad accogliere lo sguardo di Dio per te. Questo Amore non si ottiene con la raccolta punti (digiuni, preghiere, elemosine, volontariato), ma con la preghiera delle preghiere: l’ascolto.
Shema Israel – dice il Signore prima di proclamare i 10 comandamenti.
Ascolta Israele.
Prima dei comandamenti, prima delle parole, prima delle cose giuste da fare, ascolta.
L’uomo di fede parla poco perché è attento ad ascoltare. La sua preghiera è innanzitutto ascolto. L’uomo di fede non cerca di convincerti di quanto seguire il Signore sia fichissimo. Lui è soprattutto impegnato a non perdersi neanche un briciolo di quello sguardo di misericordia di Dio. L’uomo di fede non si affanna a fare tante cose, ma si prende cura della sua relazione personale con Dio perché sa che è lì che parlerà al suo cuore.
In questa quaresima forse sto incontrando un volto nuovo di Dio, quello misericordioso. Ne avevo davvero bisogno e non sapevo neanche quanto. Come ho raccontato lunedì nel podcast, ho iniziato questo tempo disastrosamente, ma nel disastro mi sono accorta di occhi pieni di tenerezza che si facevano una risata come quelle che io mi faccio con Rebecca (mia figlia di 2 anni e mezzo) quando cade in maniera molto buffa e si arrabbia. Ecco, sto scoprendo che Dio è il mio papà e io sono la sua bambina buffa che ogni tanto combina guai.
Tutto questo amici mie solo per dirvi di considerare ogni cosa come strumento e non come fine, di camminare sempre con le vostre gambe (perché meglio sbagliare in coscienza che sforzarsi di fare le cose giuste) e di non cercare mai il Signore nelle cose buone in assoluto, ma nella tua vita reale.
Non mi fraintendere.
Questo non vuol dire sminuire i nostri digiuni, le nostre azioni di fede o le nostre preghiere – al contrario – vuol dire dare senso, riempirle di significato e di umanità, lì dove siamo nella nostra storia. Se vogliamo essere uomini di fede e non semplici fanatici di Gesù Cristo è necessario aprire le orecchie del cuore – vivere il presente – fare di meno e accogliere di più.
Buon venerdì di quaresima a tutti voi
Ale
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Ora et Labora Experience
Grazie per tutte le vostre email per ORA et LABORA experience. Purtroppo i posti sono terminati 😅 a chi volesse sostenere questa iniziativa stiamo pensando ad un modo per partecipare nella preghiera per chi sta a casa. Vi facciamo sapere.
Fridays for Fasting
✅ Vi ricordo che – nonostante i nostri disastri – continua la challenge della quaresima Fridays for Fasting, seguendo l’esortazione dell’evangelista Matteo, viviamo tutti i venerdì di quaresima nel digiuno per pregare per l’attuale situazione di guerra e fine pandemia, ma soprattutto affinché “questi tempi vengano accorciati” e che possa “manifestarsi la Gloria di Dio” (Mt24).