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il podcast di 5pani2pesci


Non ho tempo per pregare 🙁🙏 #9

13.05.2022

Carissimi

bentornati ad un nuovo numero della ✨ newsletter di 5pani2pesci ✨ Come state? Che fate? Qui siamo in fibbbbrrilllazioneee per i preparativi di Ora et Labora DUEEE. Carichi a pallettoni per continuare a vivere questa avventura. Ci dispiace tantissimo per chi non potrà esserci – avremmo veramente voluto far venire tutti! – Ma il limite rimane a 20 partecipanti, ci saranno altre occasioni 👍

Infine, vi ricordo che Ora et Labora è esperienza di lavoro e preghiera, ma anche di … Provvidenza! I ragazzi che partecipano pagheranno solo il viaggio, il resto è tutto coperto dal crowdfunding Offri un Caffè. Per partecipare anche tu, segui il link. Grazie di cuore – è veramente un’avventura meravigliosa che si sperimenta insieme – noi che accogliamo, i ragazzi che vengono, e chi da casa prega e sostiene economicamente tutto questo… siamo senza parole! È proprio vero…

Qui si pensa e si opera al contrario 🙀

Buona lettura

Francesco

PS. Chiediamo venia anche per i messaggi non risposti che si accumulano su instagram e l’email: vediamo tutto, leggiamo tutto, ma non riusciamo a rispondere a tutti! Se attendi una risposta, abbi pazienza, non ci siamo ancora arrivati…

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Non ho tempo per pregare 🙁🙏

Il tempo? Per pregare? Impossibile! Con tutte le cose che ho da fare… Ma non basta la messa la domenica?

Beh, con quattro figli e la vita che facciamo, il tempo è la cosa che più manca. Mi piacerebbe poterlo comprare tra gli scaffali della pasta al supermercato, ma purtroppo la tecnologia e il business si concentrano su altri prodotti. Il tempo dovrebbe essere considerato un bene di prima necessità insieme al pane e alla nutella, o almeno patrimonio dell’umanità.

Fermarsi per partire

La mia vita e quelle delle persone che vedo intorno a me ha un ritmo così incalzante che quando sento parlare mia nonna e dei suoi ritmi, quasi invidio il fatto che era normale non avere la macchina e che bisognava organizzarsi con largo anticipo anche per fare il bagno (perché bisognava andare a prendere abbastanza acqua con l’asino e riscaldarla al fuoco). È vero che c’era una gran fatica da fare, ma la vita veniva scandita da poche e piccole cose semplici.

La nostra vita, invece, è piuttosto una corsa ad ostacoli o un tetris fatto di incastri, appuntamenti e scadenze. Se poi nell’equazione aggiungiamo gli imprevisti, allora poi sono pronta a scattare come una molla lanciandomi in frustrazioni e rabbia.

Tre settimane fa finiva la prima esperienza di Ora et Labora e tra meno di tre settimane ricomincia. Le cose da fare non sono mille, ma di più. Il mio cervello non riesce a mettere insieme tutti i pezzi a cui pensare per poterli digerire abbastanza da far sembrare tutto semplice ai ragazzi che arriveranno. Poi, nel vortice dei pensieri, ci sono i nostri figli che devono sostenere gli esami (alla fine di un anno di homeschooling) e sono indietro in matematica e francese. A questo si aggiunge la gestione della casa, Rebecca che vuole andare al parco, la motosega da riparare, l’erba alta, i cinghiali, la recinzione, degli amici che vengono a trovarci questo week end…..le crisi d’ansia sono dietro l’angolo ed è evidente che il caos del fare ha preso il sopravvento.

E se stessimo toppando tutto alla grande?

Forse anche a te ti è capitato di pensarlo. Siamo davvero fatti per una corsa continua? Ma poi, mi chiedo io, ma ando’ annamo?? Dove corriamo, verso cosa esattamente? Tutto qui? Siamo fatti per questo… che sfiga però!

Credo che prima di partire sullo start della giornata dobbiamo pensare a fermarci in realtà. Lo so che sembra una contraddizione in termini fermarsi per partire, ma forse non è proprio una cavolata. La preghiera in fondo è questo, semplicemente questo: fermarsi per partire, lasciarsi amare per partire, caricarsi per partire.

La preghiera non è l’ennesima cosa da fare e per cui di sicuro il tempo non c’è perché la lista di oggi è già esaurita come esaurita sono già io alle sette del mattino al solo pensiero di tutte le cose che devo riuscire a fare e che già so che entro le dieci di stasera è impossibile che farò. La preghiera è il mio powerbank. È la sorgente dove attingere, se no a cosa altro servirebbe?!

L’Amore è ordinato

L’Amore è ordinato e mette ordine. Quando ordino la mia vita alla preghiera, allo stare con Dio tutto funziona meglio. Certo, in ogni caso non riesco a fare tutte le mille cose che vorrei e corro come una pazza (l’altro giorno sono uscita con i jeans completamente vomitati di passato di verdure per quanto sono rinco..), ma la differenza è che quello che faccio ha un altro senso. Il mio fare non è solo fare, ma un servizio, un grazie a Dio per tutto l’Amore di cui mi ha colmato nella preghiera, nello stare con Lui cuore a cuore.

E così che il fare quotidiano diventa un essere a servizio come risposta di un Amore ricevuto grande e gratuito. Questa è la grande differenza da cui si distingue una persona risolta affettivamente e una persona che cerca di compensare i suoi vuoti affettivi con il fare (volontariato, servizio in parrocchia, la viceparroca, la maestra che se non ci pensa lei…) attirando su di sé il prurito di tutti (non ti sopportiamo più nonostante le mille cose sante che fai!).

Anche a me succede. Quando parto senza fermarmi e mi lancio nel mio fare quotidiano mi succede che cerco negli altri (soprattutto in Francesco!) di essere colmata di quell’Amore, di quell’energia di cui ho bisogno. È evidente che non funziona! È bello invece entrare in relazione con Francesco già piena e predisposta a dare e non a chiedere che lui colmi i miei vuoti esistenziali. Quando mi fermo e mi lascio totalmente Amare da Dio prima di fare ogni piccola cosa della giornata, allora funziona meglio anche la mia relazione, si parla meglio, si litiga meglio (con più convinzione e per il bene!), si affronta la giornata meglio perché l’altro è solo un’altra libertà a cui avvicinarmi e non colui che mi deve capire, che mi deve consolare, che mi deve dare una mano se no non mi ama, ecc. La comprensione, la consolazione e tutto il resto lo attingo dalla relazione con Dio.

Come abbiamo già raccontato qualche settimana fa, l’Amore è ordinato: prima si riceve da Dio e poi si dà. Se no è solo volontariato, buone azioni, cose belle ma rimangono solo un fare e non un essere a servizio, un dare qualcosa di me invece di essere un canale di grazia per chi mi si avvicina. Trovo che dare qualcosa di me è bello e lodevole oltre ad essere il minimo sindacale per chi si definisce umano, ma essere il canale per fare passare l’Amore di Dio è decisamente più grande e più bello.

Dove trovo il tempo per fare tutto il resto?

Nel mio cammino sono passata da “Dove trovo il tempo per pregare” al punto di dire piuttosto “Signore, ma mo il tempo per fare tutte le cose che devo fare oggi dove lo trovo? Io vorrei solo stare con Te e basta”. Perché non esiste niente di più bello che essere guardati da Dio, stare con Lui. Certe volte, mo lo dico, invidio le suore che nella loro giornata è chiaro che ci sono degli orari in cui si prega e basta, tutti pregano e non ci sono scuse per non farlo. In una famiglia è più difficile perché tra la tabellina del cinque e il teatro dell’altra figlia, la cena, l’uscita di scuola, il bagno da lavare e il piegaggio calzini da due centimetri, certo il tempo è scandito diversamente.

Per noi la sfida del tempo con Dio è più avvincente. Ce lo dobbiamo ricavare a mozzichi questo tempo… e se non fosse così?! E se non ci lasciassimo fregare dal fare quotidiano che ci travolge e prima di tutto ci fermassimo per prenderci il tempo migliore, quello che fa funzionare bene tutti gli ingranaggi?! Credo ci sia una soluzione semplice: trasformare la nostra vita in preghiera costante.

Quando si parla di tempo per pregare la cosa mi stride un po’ dentro. Per me in realtà è diverso. Quello che io vivo è avere sicuramente un tempo speciale con Dio, ma soprattutto costantemente la mente a Dio, in relazione con Lui, anche mentre sgrido un figlio per i calzini lasciati a terra. Senza questa relazione non riuscirei proprio a fare nulla perché non vedo molta bellezza nel fare tante cose, ma la vedo nella prospettiva di una risposta ad un Amore che ricevo immeritatamente.

Ricorda.

Il rischio è che tu possa essere felice.

Vi lascio con una domanda: se non hai il tempo per pregare, per cosa lo spendi il tuo tempo? A cosa dai la priorità? Per cosa spendi le tue energie?

A venerdì prossimo!

Ale


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