Taglio radicale #40
Carissimi
bentornati ad un nuovo numero della ✨ newsletter di 5pani2pesci ✨ entriamo nel tempo di Pasqua con il cuore rivolto a tutte quelle grazie che il Signore ci vuole donare!
Qui si pensa e si opera al contrario 🙀
Buona lettura
Francesco
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Taglio radicale
In questi giorni di potatura mi è venuto naturale pensare ai grandi tagli della mia vita.
Il tempo di Pasqua porta con se svariate grazie. Alla baita – il nostro piccolo rifugio per l’esperienza Ora et Labora – è tempo di potature. Abbiamo qualche olivo, mele selvatiche, castagni, ed una piccola vigna secolare. È proprio in questo tempo di primavera che si mette mano alle piante per valutare se ci sono dei lavori da fare.
La potatura è uno di questi: tagliare quei rami che impedirebbero alla pianta di dare frutto o che semplicemente la indeboliscono. Usualmente questi tagli sono piccoli e progressivi, perché curandosi della pianta anno per anno, si fa solo un piccolo lavoro di pulizia, rispettando la naturale crescita della pianta.
Ma da noi … sono passati più di venti anni dalle ultime potature. I rami si sono incastrati, i rovi sono cresciuti, i frutti non arrivano. Non si capisce proprio niente! E nel valutare come sbrogliare quei grovigli spesso è uscita fuori la questione se fosse il caso o meno di fare un taglio radicale. Cioè un taglio che sbrogliasse la matassa e permettesse alla pianta di ripartire da un punto certo.
Lo svantaggio certamente è che un taglio netto, sembra amputare la pianta, privarne la forma, le fronde e quasi la stessa possibilità di vivere. Eppure in alcuni casi un taglio netto è necessario. È dovuto, affinché la pianta si possa aprire ad una nuova vita.
Questi ragionamenti mi hanno tanto fatto pensare alla mia vita, alle mie potature e ai miei tagli netti. Sono convinto che la migliore crescita sia quella progressiva, senza salti e non vedo di buon occhio questi tagli incisivi. Ma è pur vero che a volte un taglio radicale è necessario per ripartire da un punto saldo, da un punto certo.
La potatura serve per dare nuova vita. Gesù stesso lo dice nel Vangelo:
Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. –Gv15,2
Ciò che porta frutto viene potato, affinché porti maggior frutto e le nostre azioni diventino progressivamente più autentiche e gratuite. Ma ciò che non porta frutto lo toglie, cioè lo taglia di netto.
Perché fa questo?
Ciò che non porta frutto soffoca la pianta, la immobilizza e la rende sterile. Allo stesso modo le dinamiche della nostra vita che non ci portano da nessuna parte, ci appesantiscono e ci allontanano da ciò a cui siamo chiamati: la nostra vocazione.
Sembra così chiaro, eppure?
Eppure di fronte a questi tagli necessari, ci fermiamo mille volte a valutare (spesso) le cose più futili del mondo perché di fronte ad un taglio radicale ci sentiamo esposti, denudati, privi di rifugio. Sentiamo di perdere quasi la nostra identità (siamo sempre stati così…).
A che serve il taglio radicale?
A fare un salto morale? Una buona azione? Qualcosa di cui parlerà la gente?
No.
Serve per darti una nuova possibilità.
Serve per farti scastrare da quelle dinamiche vecchie e incancrenite che tengono in ostaggio la tua vita e ti impediscono di divenire chi sei, ciò per cui sei chiamato. Servono per ripartire da un punto solido.
A me è successo.
Ho in mente due episodi della mia vita. Terrificanti a tratti. Duri da vivere ma che hanno aperto porte nuove, impensabili in precedenza. Porte a cui mai avrei potuto accedere senza quei tagli. E come nella vigna, a seguito di quei tagli radicali, ogni anno tante piccole potature per portare più frutto.
È tempo di Pasqua. Il Signore vince la morte. Questo è il tempo di Grazia che ci è dato per guardare con sincerità la nostra vita, sicuri che il fine di ogni taglio, di ogni potatura piccola o grande c’è l’opportunità di portare più frutto e vivere a pieno nella propria vita l’esperienza della Pasqua.
Buon tempo di Pasqua amici.
Il rischio è che io possa essere felice!
A venerdì prossimo 👍
Fra
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