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L'autostima è la chiave di una relazione sana #54

22.11.2024

Ovvero… perché odiarti non ti aiuterà in amore 💔❤️

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L’autostima è la chiave di una relazione sana

Hai mai pensato che forse il tuo peggior nemico… sei proprio tu? Non è colpa tua, intendiamoci. È una delle stranezze dell’essere umano: siamo probabilmente gli unici esseri viventi capaci di odiarci profondamente.

Questa autocritica feroce è spesso la radice di relazioni balbettanti, fallimentari e dolorose. Se dentro di te pensi di essere “indegno” e “senza valore”, il passo è brevissimo per vivere storie di attaccamento morboso, malate, in cui (inconsciamente) deleghi all’altro il compito di darti quel valore:

Valgo se lui mi ama.

Va da sé che queste richieste di esistenza all’altro creano la base per relazioni tossiche, palesemente deboli, senza verità, libertà e gratuità (ingredienti base per una relazione solida).

Oppure, al contrario, non permetti all’altro di avvicinarti. Se qualcuno prova a volerti bene, inneschi un meccanismo di sabotaggio per fare in modo che l’altro non si avvicini troppo, fai di tutto per allontanarlo, perché in fondo non credi davvero che qualcuno possa volere proprio te. Nel profondo del cuore pensi:

Io non sono degna di amore.

Quale che sia la tua situazione, la mancanza di autostima innesca un meccanismo perverso nelle relazioni: la tua visione di te stesso diventa una profezia che si autoavvera.

Con un pizzico di ironia:

Non puoi vendere un prodotto in cui non credi. — Claudia Viola

Chiaramente non c’è nulla da vendere, ma questa frase fa riflettere sul fatto che non puoi delegare a nessuno quell’accoglienza intima di te stesso.

Il primo ad amarti devi essere necessariamente tu.

Cosa significa autostima?

Partiamo dalle basi: l’autostima è la percezione che hai di te stesso, il valore che pensi di avere. Non ha tanto a che fare con quello che fai, ma con quello che sei. È più profonda della semplice “fiducia in te stesso”, che invece riguarda la capacità di affrontare compiti specifici o superare ostacoli.

Facciamo un esempio: puoi avere fiducia di saper parlare bene in pubblico (hai fatto pratica, sai come si fa) ma avere bassa autostima e pensare, nel profondo, che comunque non vali molto come persona. Al contrario, puoi avere autostima, ovvero la convinzione che tu sia degno di amore e rispetto, anche se non te la cavi bene in alcune cose.

Da dove nasce l’autostima?

Spesso non ci fermiamo mai a chiedere a noi stessi perché ci sentiamo come ci sentiamo. L’autostima sembra qualcosa di intrinseco alla nostra persona: “Sono fatto così”.

Falso.

Ciò che pensiamo di noi stessi è, in realtà, il riflesso di come siamo stati trattati e percepiti da piccoli, e di come abbiamo vissuto e metabolizzato queste esperienze. Dipende dalla nostra storia e dalle strategie di sopravvivenza che abbiamo sviluppato per affrontare i momenti più difficili.

Quindi le convinzioni che abbiamo su noi stessi non nascono dal nulla.

Se pensi di non essere capace, forse in passato qualcuno ti ha fatto sentire così. Se hai paura di sbagliare, è probabile che da piccolo fossi spesso accusato dei tuoi errori. In risposta, hai sviluppato meccanismi di difesa per proteggerti da questi attacchi, che inconsciamente ti hanno portato a diventare ciò che sei oggi.

Ti hanno salvato la vita quando era necessario, ma oggi possono invece essere un peso per diventare pienamente te stesso.

Questa consapevolezza può essere difficile da accettare perché non sempre ricordiamo i dettagli di come ci siamo sentiti da piccoli. O peggio, può nascondere traumi ben più profondi. Ma anche se non possiamo cambiare il passato, possiamo iniziare a vedere queste convinzioni per quello che sono: non verità assolute, ma opinioni parziali, spesso nate da persone che a loro volta erano ferite o in difficoltà.

Lo sai chi veramente conosce il tuo valore?

Come un artigiano sa il valore di un mobile perché ne conosce i materiali e il processo di produzione, così il tuo Creatore conosce bene da dove vieni, come sei stato creato e soprattutto per cosa sei stato creato: la tua vocazione.

Perché tu sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo. — Is 43,4

Ora tu puoi essere credente o non credente e la tua fede la più piccola del quartiere, ma il passo da fare qui è capire che quel sentimento forte di nostalgia che senti in fondo al cuore — quel vuoto profondo — indica la distanza tra il te stesso di oggi pieno di dubbi, incertezze, ferite e il te stesso che vive nella Verità.

Questo tassello è fondamentale e lo approfondiremo più avanti.

Cosa c’entra tutto questo con le relazioni?

Ama il tuo prossimo come te stesso. — Mt22,39

Quando abbiamo bassa autostima, è difficile entrare in relazione in maniera libera e gratuita. Non c’è verità. Perchè esiste una bugia di fondo, una bugia sul tuo valore. Da una parte cercheremo continue conferme sul nostro valore nella relazione con l’altro… “mi ami, ma quanto mi ami?”, da qui si spalanca la porta per dinamiche malate di dipendenza affettiva e gelosie senza fondamento. Dall’altra può nascere una sorta di conflitto: “Se io mi sento così sbagliato, com’è possibile che tu mi trovi interessante o degno d’amore? Sicuramente stai commettendo un errore.” O peggio mi stai prendendo in giro.

E via con le relazioni al ribasso.

Senza nemmeno rendertene conto, farai partire dinamiche di sabotaggio che impediscono il germogliare di relazioni sane. Questa situazione è all’origine della maggior parte delle persone che fanno fatica ad entrare in una relazione affettiva o che vedono tutte le proprie storie arenarsi senza entrare veramente nel profondo.

Nota bene.

Amare se stessi non significa convincersi di essere perfetti o straordinari. Anzi, è qualcosa di molto più umile. Significa accettare la nostra umanità: i nostri errori, le nostre debolezze, i nostri limiti. La vera autostima non si basa sull’essere “i migliori” o sull’avere successo, ma sul capire che il nostro valore non dipende da questi fattori.

Per poter amare l’altro, è necessario immettersi nella strada dell’imparare ad accettare ed amare se stessi. E tutto questo non in una semplice maniera ipotetica, ma nel concreto, partendo proprio dal tuo corpo.

Partendo proprio dallo specchio.

Dal benedire di fronte allo specchio la forma del tuo viso, il colore dei tuoi capelli, quelle piccole imperfezioni intorno agli occhi.

Benedicendo per il tuo corpo, in ogni sua parte: le tue mani, le tue gambe, la tua pancia, il tuo seno, i tuoi piedi, tutto!

Tutto di te è benedetto!

Per molti questa sarà la porta stretta per entrare in una relazione d’amore, per altri sarà un esercizio di consapevolezza.

Ma in ogni caso si passa di qui.

Chi ha una autostima profonda e consapevole possiede gli strumenti necessari per affacciarsi in una relazione intima con serenità. Non ha bisogno che tutto sia perfetto o che il partner lo convinca continuamente del proprio valore. Riesce a vedere nell’amore un dono reciproco, ed un cammino di condivisione verso qualcosa di più grande.

Qualcosa che ti supera.

Più in generale, quando impari a vederti con amore e benedizione, succede una cosa che non ti aspetti: scopri davvero cosa vuol dire stare bene con te stessa e cosa vuol dire accogliere nella tua vita un’altra libertà. Imparando anche tu a lasciarti amare, inizi ad amare meglio in tutte le relazioni della tua vita. Fiorisci per quella che sei, perfettamente consapevole delle tue imperfezioni ma serena ed in cammino.

Il rischio è che tu possa essere felice!

Alcuni spunti per aiutarti a riflettere:

  1. Cosa mi ha suscitato leggere questo passo sull’autostima? Ascolta i movimenti del tuo cuore, prendi un foglio di carta e dai un nome alle tue resistenze su questo argomento.
  2. Cosa dice la mia mente quando commetto un errore? Uso parole incoraggianti o mi critico duramente?
  3. Penso di meritare amore e rispetto, anche con le mie imperfezioni? Oppure ogni giorno lotto per meritare l’amore ed il rispetto degli altri?
  4. Hai mai provato a benedire il tuo corpo davanti allo specchio? Prova a dedicare 5 minuti al giorno davanti allo specchio per benedire ogni tua parte del corpo.

Buon lavoro e a venerdì prossimo!

Francesco

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