La bonifica! #60
Ciao!
È venerdì 💫 caldo caldo un nuovo numero della newsletter di 5pani2pesci!
Questa volta abbiamo una special guest!
Nel mio cammino personale per risolvermi affettivamente, il periodo di bonifica è stato fondamentale… finito poco prima di incontrare Alessandra (che causalezza!).
Oggi ho chiesto a Marta di raccontarci la sua esperienza di bonifica e di come tutto questo la stia aiutando a vivere un’affettività risolta.
Buona lettura!
Fra & Ale
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Senza di te non si può fare!
La Bonifica!
Sono Marta, ho 26 anni e da due anni sto facendo un’esperienza di vita alla Baita per la guarigione del cuore.
Affettivamente, sono sempre stata impegnata in una relazione, con brevissime pause (la più lunga di ben 6 mesi – colpetto di tosse…). Da un po’ di tempo ho capito che sono davvero una frana nelle relazioni. Anzi, oggi posso dire che per me sono sempre state la modalità più semplice ed efficace che conoscessi per colmare un mio infinito bisogno di affetto, stima e amore. (Ma non lo sapevo!).
Molto spesso “usavo” le persone per un mio interesse personale. Il problema era che non me ne rendevo conto, per niente. Pensavo fosse normale così. Pensavo fosse normale dover rinunciare a essere se stessi pur di avere in cambio un po’ di attenzioni.
Per far sembrare tutto normale e continuare a recitare la parte della brava ragazza, quindi, cercavo di far diventare ogni relazione una relazione “seria”, per far vedere a tutti e soprattutto a me stessa che stavo facendo bene, che in fondo non c’era nulla di male a chiudere una relazione durata due anni ed entrare subito in un’altra nel giro di un paio di mesi. (Tutto ciò rigorosamente vissuto non in castità… ovviamente…).
Ma questa messa in scena non poteva durare all’infinito, e dopo aver chiuso la mia ultima relazione, vengo brutalmente messa alle strette da Fra, che mi dice: “Marta, per i prossimi 8 mesi devi stare in bonifica”.
Bonifica…
Conoscevo solo quella che si studia in geografia, dove ti spiegano che la pianura padana un tempo era un’immensa distesa paludosa che poi è stata bonificata per poterci abitare…(che forse se non si poteva abitare, un motivo c’era?… ma non divaghiamo).
Mi spiegò più nel dettaglio che non avrei potuto baciare nessuno, entrare in relazione intima con nessun uomo… a malapena li potevo guardare, insomma. Mi sembrava una cosa impossibile. Eppure, anche se non ne comprendevo appieno il senso, intravedevo del bene in fondo a quella salita. Mi fidai di Fra, e per obbedienza accettai.
I mesi successivi non furono per niente facili. Mi immaginavo che vivendo alla baita fare la bonifica sarebbe stato un gioco da ragazzi. Se vivi isolato in mezzo al bosco e scendi in paese una volta a settimana, che mai potrà succedere?
Ma Dio conosce i nostri punti deboli, e sa come metterci alla prova per fortificarci durante il cammino.
Furono mesi tostissimi, dove mi ritrovai a convivere alla baita con altri ragazzi ospiti, per la maggior parte maschi, ovviamente. (Mi arrabbiai parecchio con Dio…).
Vi risparmio i dettagli di quello che successe, ma si susseguirono una serie di eventi che “Beautiful” mi fa un baffo.
Diversamente da quanto accadeva in passato, però, non potevo più nascondermi dietro la facciata della brava ragazza e convincere tutti che stavo facendo le cose seriamente, perché quando vivi e condividi la vita di tutti i giorni con dei fratelli e delle sorelle in cammino con te, le menzogne hanno vita breve e gli altri sanno benissimo cosa stai facendo.
Per la prima volta in vita mia rinunciai a iniziare una nuova relazione spinta dall’entusiasmo e dall’onda dell’innamoramento, perché capii che c’erano delle altre priorità nella mia vita.
Una su tutte ero io.
Non potevo più fingere che tutto andasse bene e incastrarmi di nuovo in una relazione elemosinando affetto e attenzioni. Finalmente iniziai a intuire che c’era qualcosa di più sotto, che le relazioni dovevano avere un altro sapore, di gratuità, di libertà. E soprattutto capii che dovevo prima colmare quel vuoto esistenziale che sentivo dentro, prima di poter ricominciare una relazione con qualcuno.
E sapevo che l’unico in grado di riempire quel vuoto era Dio.
Oggi sono passati 8 mesi dall’inizio della mia bonifica, e mai sono stata così felice di aver scelto questo cammino.
Sono stati mesi difficili. Sono stati i miei primi 8 mesi da quando ho 17 anni senza mai baciare nessuno (… e qui tutti mi prendono in giro per questo).
Ho capito (e ancora faccio fatica a metterlo in pratica) che nelle relazioni ci sono comunque “Io” al centro, e se non sto bene e non sto in piedi da sola, non posso entrare in relazione con qualcun altro, perché poi la relazione non si regge e crolla.
Ho capito davvero cosa significa l’amore ordinato di Padre Giovanni Marini.
Al primo posto c’è la relazione con Dio, poi con te stessa, e poi con gli altri.
Ed è stato proprio ripartendo dalla mia relazione con Dio e concentrandomi esclusivamente su quella (con tanta preghiera, Messe, confessioni e adorazioni), che ho ritrovato una relazione con me stessa.
Sono arrivata a toccare per la prima volta la mia intimità più profonda, ritrovando i miei desideri, le mie paure, i miei bisogni, e sto imparando piano piano come colmare alcuni vuoti e risanare alcune ferite.
Dio è sempre stato il protagonista in tutto ciò, e non sarei mai arrivata a intuire la grandezza e il valore che potesse avere per me la bonifica senza di Lui.
Ora sto ricominciando a mettermi in gioco, ma con un approccio e una prospettiva completamente diversi nei confronti degli altri, riscoprendo una libertà nel poter entrare in relazione con una persona senza il coinvolgimento fisico e senza alcuna aspettativa, che è qualcosa di disarmante.
Si chiama gratuità!
Tutto ciò ha una potenza che mi supera, e questo mi fa intuire che c’è il Suo zampino che piano piano sta guarendo la mia affettività disordinata e confusa.
E di questo ne sono profondamente grata.
Il rischio è che tu possa essere felice!
Marta
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