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il podcast di 5pani2pesci


Va bene così #73

25.04.2025

Ciao!

È venerdì dell’Ottava di Pasqua 💫 ed eccoci con un nuovo numero della newsletter di 5pani2pesci!

Mentre il mondo celebra la Risurrezione, condivido con te una verità che ho imparato a fatica: la vita non è una scalata verso la perfezione, ma un abbandonarsi alla Grazia proprio lì dove ci sembra di fallire.

Buona lettura
Ale & Fra


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Senza di te non si può fare!

Va bene così

Fare Pasqua è qualcosa di così grande che mi sembra di non viverla mai a pieno. Forse le mie sono solo aspettative: un sentire emotivo del cuore o una pretesa di cambiamento e di gioia che passi da zero a cento tutta insieme in Quaresima.

Ci potrebbe essere un’altra strada.

Questa è la prima volta, dopo anni, che non viviamo la Settimana Santa insieme ai ragazzi di Ora et Labora. È stato per noi e per loro un po’ un lutto. Il cuore era abitato dalla nostalgia e anche dalla grazia inspiegabile della pace e del perdono riguardo a questa situazione ingiusta e senza senso della Baita.

Dentro siamo come azzerati e bloccati nell’esperienza comunitaria alla Baita: nelle attività e nei ritiri, nell’accogliere i ragazzi, nella ristrutturazione della cappella e degli spazi di accoglienza, nell’orto, ecc. Tutto si ferma e nel cuore rimane solo un “faccia a faccia” con Dio.

Io e Lui.

La Sua grandezza e la mia fragilità. E davanti a Lui mi accorgo che sono sempre io, la solita Alessandra con le sue resistenze, capocciona per natura e ostinata per scelta. E mi accorgo che, nonostante tutta la fatica che Dio mi dona di vivere per provare a smuovermi almeno un po’, io rimango quasi la stessa.

Eppure prego ogni giorno, più che posso. Eppure ho fatto anni di psicoterapia. Eppure non sono sola: ho delle persone intorno che mi vogliono bene. Eppure cerco di mettercela tutta. Eppure. Eppure. Eppure…

Eppure ci sono cose nella vita che forse non risolveremo mai di noi stessi, non cambieranno mai… e va bene così.

Nella preghiera chiedo spesso a Dio: “Ma come fai a non vergognarti di me?” La risposta, per me inaccettabile, è sempre la stessa: “Vai bene così.”

Questa domanda la faccio spesso anche a chi ci accompagna, a chi sta vicino a me nella vita: a una mia cara amica, l’altro giorno, mentre le aprivo il cuore immersa nella natura, in riva a un fiume calmo. La risposta che ottengo è sempre la stessa:
“Vai bene proprio così. Hai sbagliato ancora una volta e forse davvero su questo non cambierai mai, ma va bene così. Al Signore piaci proprio perché sei così fragile.”

Allora ho capito che da zero a cento non si può, ma da zero a zero e mezzo sì. Lo zero e mezzo è dirmi che sono ok: prego e sto con Lui perché Lui mi guarisca, perché Lui mi converta, perché Lui mi lavi i piedi. Se fossi già brava e risolta non avrei bisogno di un Salvatore, di Lui, del Suo amore.

Allora oggi lo scrivo anche a te: per vivere la Pasqua si può cominciare da un “va bene così”. L’alternativa è continuare a cercare tra i morti Colui che è risorto (come ci diceva il don durante un’omelia bellissima), cioè cercare nel posto sbagliato la vita. La vita spirituale non è uno sforzo costante di auto-miglioramento, ma una Grazia che, goccia dopo goccia, guarisce l’anima.

Il posto giusto è cercare la vita nel Vivente, smettendo di imbiancare il sepolcro vuoto della mia fragilità perché, per quanto io lo possa rendere migliore, rimane sempre un sepolcro.

È arrivato per me e per te il momento di non piangere più per quanto di più prezioso ci è stato tolto nella nostra vita, ma di aprire gli occhi a una luce nuova, perché nessuna morte può portarci via il nostro Signore.

Il rischio è che tu possa essere felice.

Buona Pasqua anche a te!

Ale


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