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Sognare in grande, agire in piccolo #80

18.07.2025

Ciao!

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Buona lettura!

Ale & Fra

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Sognare in grande, agire in piccolo

Spesso mi capita di pensare, progettare. Pieno di entusiamo vorrei sempre piegare la realtà alle mie idee. La vita mi ha insegnato che raramente è possibile e sono costretto ad entrare nel territorio dei compromessi (che brutta parola): scelte e strategie che, sebbene non siano proprio il massimo, hanno lo scopo di portarmi ugualmente alla meta.

Purtroppo, nella vita quasi tutto è un compromesso, ed è necessario diventare veramente “cintura nera” di questa strategia per stare a galla e rimanere sani di mente. Anche perché una conseguenza tremenda del restare “duri e puri” e senza compromessi è quello di mancare il bersaglio e non arrivare alla meta.

Ma tra il “chi si accontenta, gode” e il ponte che ci porta dal mondo delle idee alla pratica realizzazione della nostra vita c’è una differenza.

Ti faccio un esempio.

Supponi di voler andare in montagna.

Prepari lo zaino. Scendi le scale. Entri in auto. Ma se al bivio dell’autostrada prendi la direzione opposta, magari perché vedi che c’è troppo traffico, o perchè la strada non ti piace, non ti stupire se alla fine del viaggio non arrivi dove ti eri prefissato… se ti va bene ti ritrovi al mare (altro che montagna), o in un paesello sperduto, o peggio, nei sobborghi fuliginosi di una squallida periferia di città. E ti stupisci di non trovare la bella arietta che cercavi o i panorami a cui aspiravi?

Nella vita funziona lo stesso.

L’arte del compromesso è una skill da saper maneggiare bene, ma c’è da capire dove si possono fare i compromessi e fino a che punto.

Puntare in alto

Un bambino, quando lo guardi negli occhi, sogna in grande. Lo vedi dal suo sguardo pulito, aperto alla vita, il mondo è lì che lo aspetta. Nella vita non sei fatto per cose di poco conto. Non sei fatto per sperperare la vita, ma per vivere e donarti al massimo delle tue possibilità. Non è cosa di poco conto. E non si improvvisa.

Devi avere un piano.

Devi crescere nella fede, nelle esperienze, nelle tue capacità, nell’interiorità! Tutta roba che richiede lavoro e sudore della fronte, non cadono certo dal cielo.

Puntare in alto, vuol dire dare piena dignità a questa vita che ti è stata donata! Non sei fatto semplicemente per “mettere insieme il pranzo con la cena” come si dice a Roma, o “tirare a campare”. Hai una responsabilità grande nei confronti di te stesso e nei confronti di chi ti sta intorno di abbracciare pienamente la tua vita e di viverla appieno, al massimo delle tue possibilità. Altrimenti… ci privi di te stesso! Ci privi di tutto il bello che potresti fare, delle tue capacità uniche e fichissime, del tuo modo di fare, delle tue idee.

Non è roba da poco.

Io non voglio puntare a meno di questo, perchè ne va della mia felicità.

Quando ascolti in maniera sincera il tuo cuore, mettendo da parte per un momento le paure, sai che quello che sto dicendo è vero.

La strada per la meta però non la conosciamo. Una cosa è sapere dove voglio andare, un’altra cosa è capire il come. È qui che spesso ci perdiamo per strada. Spesso la dinamica è quella di seguire grandi intuizioni, grandi desideri, al grido di “segui il tuo cuore!”, per poi ritrovarsi feriti e delusi… perché spesso la strada della vita sa farsi piuttosto impegnativa.

Alle prime batoste, alle prime delusioni d’amore, ai primi tradimenti di chi avrebbe dovuto sostenerci, incominciamo ad aggiustare il tiro, abbassando il livello di ciò che vorremmo vivere, ridimensionando i sogni, indurendo il cuore, vivendo di palliativi e fughe. Ci diciamo “cresci!”. Fino ad arrivare a diventare dei cinici, dei sostenitori del “l’amore non esiste”, “i sogni non si avverano”… e ci ritroviamo a volare rasoterra, cercando di mettere insieme il pranzo con la cena, tradendo profondamente se stessi e chi sei nel profondo. Io l’ho sperimentata questa esperienza nei mie vent’anni.

Ho capito che una cosa è vivere nella realtà, una cosa è essere disillusi. Il primo ci aiuta a vivere il presente, a valutare le forze, a prendere delle scelte che vanno bene per me. Il secondo ci butta giù e ci fa mancare il bersaglio.

Il problema è che viviamo inconsciamente di una concezione: “non importa cosa faccio oggi”, so che al momento opportuno, quando passerà il treno giusto, io saprò cogliere l’occasione… scordinati come siamo, contiamo sui nostri tentativi di prendere in mano la vita, con atteggiamenti immaturi da beat-generation, come i personaggi di Kerouac in On the Road. Senza un lavoro e un cammino quotidiano verso la meta, i tuoi tentativi di saltare su quel treno saranno goffi e impacciati. È un’illusione diffusa pensare che basti essere nel posto giusto al momento giusto, quando in realtà serve un allenamento costante per essere pronti al momento opportuno.

La verità è che sarai impreparato a salire sulle vette innevate se non avrai prima vissuto il necessario acclimatamento. A 8000 metri l’ossigeno è rado, la testa si annebbia e con molta probabilità non ce la farai fino alla vetta.

Agire in piccolo

Una volta Gesù nel Vangelo parla proprio di questo, quando racconta la storia delle 10 vergini, dice:

Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge. Le stolte, prese le lampade, non avevano con sé l’olio, mentre le sagge avevano con sé, nei piccoli vasi, l’olio. – Mt 25,1-4

Tutte vanno incontro allo sposo (e come sappiamo tutte si addormentano), ma solo le sagge parteciperanno allo sposalizio. Andare incontro allo sposo indica proprio quello che stiamo dicendo qui: vivere una vita piena, vivere la nostra vocazione, incontrare il Signore! Ma specifica che le stolte presero solo le lampade, mentre le sagge portarono con sé piccoli vasi con dentro l’olio per le lampade.

Cosa sono questi piccoli vasi? La lampada serve per illuminare il cammino, ma quando di notte la lampada si spegne, possiamo perderci e non trovare più la strada per la meta della nostra vita. Qui entra in gioco l’olio dei piccoli vasi. Ci aiuta a continuare a camminare, a trovare la strada, proprio nei momenti più difficili.

I piccoli vasi sono proprio i piccoli gesti quotidiani, che ci portano alla meta. Quel lavoro costante su te stesso, rimanere fedele alla preghiera, perseverare nella castità, disinnescare piano piano, passo passo, tutte quelle bombe interiori che ci impediscono di vivere nella verità (un abbandono, una ferita, una delusione, sono tutte bombe che se non vengono disinnescate ci definiscono e ci portano in luoghi lontani dalla meta solo per fuggire da quel dolore).

Capisci la differenza?

  • Se vuoi una relazione vera, non aspettare l’anima gemella perfetta, ma lavora su te stesso, matura affettivamente.
  • Se vuoi un lavoro che ti valorizzi, non aspettare l’occasione della vita, ma sviluppa ogni giorno le tue competenze, anche nel lavoro che non ti piace.
  • Se vuoi uscire da un dolore, non aspettare che passi, ma prendi coscienza, fatti aiutare.

Non gesti eclatanti per vivere una vita grande. Ma piccoli passi*, fatti nella fedeltà e nel silenzio. Gradini che vengono affrontati uno alla volta, senza panico; e se la fatica si fa troppo grande, gradini su cui potersi sedere e prendere fiato. Da cui anche poter ammirare il panorama del percorso fatto, da cui poter scrutare l’orizzonte della nostra vita.

Non so se mi sto spiegando.

È un processo lento. Fatto di tanta pazienza e umiltà, ma è l’unica strada realmente percorribile. Ogni battuta di arresto, è solo l’occasione per attingere a quei piccoli vasi, per alzare di nuovo lo sguardo sulla meta. Magari anche per fare delle valutazioni, continuare il discernimento, dare un nome ad alcuni blocchi della nostra vita. Ma niente, niente! potrà portarti via quell’aspirazione profonda a vivere una vita nella verità, una vita che sia piena e pienamente donata.

Sognare in grande, agire in piccolo.

Un passo alla volta.

Il rischio è che tu possa essere felice!

Buon cammino

F

* Come i Piccoli Passi Possibili di Chiara Corbella (nella verità, tutto torna).


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