Lui e lei: stesso pianeta, lingue diverse?! #81
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Questo è un argomento che riciccia con frequenza a casa nostra. Sarà perché sono spesso coinvolto con realmen.it, ma trovo che sia incredibilmente affascinante (e complesso) capire l’universo uomo-donna!
Oggi uno spunto per incominciare a pensare a dinamiche semplici ma che spesso facciamo fatica a mettere in pratica.
Buona lettura!
Fra
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Lui e lei: stesso pianeta, lingue diverse?!
Recentemente ho sentito una singolare teoria sui “cervelli maschili e femminili”: secondo questa teoria, il cervello maschile sarebbe composto da tante scatole separate - una per il lavoro, una per lo sport, una per la famiglia - che non si toccano mai tra loro, con tanto di “scatola del nulla” dove rifugiarsi quando si è stressati. Il cervello femminile, invece, funzionerebbe come un grande groviglio di fili dove tutto è collegato a tutto, un’autostrada dell’informazione guidata dalle emozioni.
Non so quanto questa teoria rispecchi la verità, ma spesso sembra che uomini e donne vengano realmente da pianeti diversi!
L’esperienza di tutti i giorni
Nel quotidiano, le differenze ci sono eccome. Ecco un paio di esempi classici con mia moglie:
- Lei che vuole raccontare tutta la giornata nei minimi dettagli, io che preferisco il silenzio dopo una giornata pesante.
- Lei che affronta le cose tutte insieme, io che scelgo un problema alla volta.
- Lei che ama confrontarsi con gli altri per chiarirsi, io che ho solo bisogno di una bella corsa nei boschi.
E quando ci confrontiamo con altre famiglie, ritroviamo sempre le stesse dinamiche! Non è questione di carattere o inclinazione.
È proprio questione di linguaggi diversi.
L’arte dell’incomprensione
Quando lei dice “Come è andata la giornata?”, spesso non sta chiedendo un report tecnico. Sta dicendo: “Dimmi che mi vuoi nella tua vita, condividi con me quello che hai vissuto, fammi sentire che sono importante per te”. Quando io rispondo “Bene”, non è che non la amo o non ho voglia di parlare. È che nella mia lingua di uomo, “bene” significa esattamente quello: tutto sotto controllo, nessun problema da risolvere, possiamo andare avanti – mission accomplished.
E qui inizia l’incomprensione.
Mia moglie pensa: “Non gli importa di me, non vuole condividere, non sento il suo cuore”. Io penso: “Perché insiste? Le ho detto che va tutto bene, cosa vuole di più?”. E così, senza nemmeno accorgermene, ci allontaniano parlando due lingue che sembrano essere la stessa, ma non lo sono affatto.
Quando lo stress bussa alla porta
È nei momenti difficili che queste dinamiche diventano ancora più evidenti. Esistono delle differenze tra uomini e donne, tali da minarne la solidità delle unioni, quando non si riconoscono questi diversi modi di pensare, di parlare, e quindi di amare.
Da qui nasce la regina di tutte le frasi fatte:
Non provo più niente per te…
Ecco un esempio pratico:
Lui, quando è stressato, ha bisogno di ritrarsi – non per cattiveria, ma per elaborare, per ritrovare l’equilibrio. È il suo modo di prendersi cura della relazione: risolvo prima i miei problemi, poi posso tornare presente per noi. Lei, quando è stressata, ha bisogno di connessione – parlare, condividere, sentire che non è sola ad affrontare quello che sta vivendo.
E così succede il disastro perfetto: più lei ha bisogno di parlare, più lui si ritrae. Più lui si ritrae, più lei sente il bisogno di parlare. Un circolo vizioso che può trasformare l’amore in una battaglia campale.
Ma non deve essere così.
Il miracolo del vero ascolto
Mi viene in mente una riflessione biblica che forse può aiutarci. Nella Genesi, nel racconto della Torre di Babele, leggiamo:
“Tutta la terra aveva un’unica lingua e uniche parole. […] Il Signore disse: «Ecco, essi sono un unico popolo e hanno tutti un’unica lingua; questo è l’inizio della loro opera, e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro».” – Gen 11,1.6-7
Non sarà loro impossibile. Babele rappresenta il sogno umano di una comunicazione perfetta attraverso l’uniformità (ideologia di genere… coff coff) - tutti uguali, tutti che parlano allo stesso modo. Ma non funziona. Porta alla confusione, alla divisione. Dio – che ci vuole bene – e sa che avremmo potuto instaurare una tale dittatura spietata, ci viene in aiuto confondendo le nostre lingue.
La risposta risolutiva però arriva a Pentecoste:
“Quando arrivò il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. […] Tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. […] Ciascuno li udiva parlare nella propria lingua.” (At 2,1.4.6)
Qui il miracolo non è che tutti parlano la stessa lingua, ma che ognuno parla la sua lingua e tutti si capiscono. La diversità non viene eliminata, viene trasfigurata.
Ehhh lo Spirito Santo…
Se lui ha bisogno di spazio quando è stressato, dargli spazio è un atto d’amore - anche se a te verrebbe naturale stargli vicino. Se lei ha bisogno di parlare per sentirsi capita, ascoltarla senza cercare di “risolvere” tutto è un atto d’amore - anche se a te verrebbe naturale passare subito all’azione.
Non è questione di cambiare chi siamo. È questione di allargare il nostro vocabolario amoroso. Di imparare a dire “ti amo” in una lingua che l’altro possa capire… e facciamo Pentecoste!
Questo è quello che può succedere nelle relazioni quando smettiamo di voler cambiare l’altro e iniziamo a imparare la sua lingua. Quando lei sa che lui ha bisogno del suo spazio e glielo dà con serenità, lui torna ancora più presente. Quando lui sa che lei ha bisogno di essere ascoltata e le dà quella presenza totale, lei si sente vista e amata.
Non si tratta di diventare uguali, ma di imparare a vedere l’altro. È proprio questa complementarietà la bellezza dell’amore di coppia. Quella diversità che a volte è così tremendamente frustrante, in realtà è il regalo più grande che possiamo farci a vicenda. L’altro ti completa non perché è uguale a te, ma proprio perché è diverso. Ti mostra parti del mondo che da solo non avresti mai visto…
… e sicuramente è proprio questo che mi ha fatto innamorare di mia moglie.
Nella vita c’è sempre una novità da accogliere, una conversione da vivere, una strada su cui imparare a camminare che non è quella che pensavi, o che avevi desiderato, ma è quella che ti porta alla meta. È il caso di rimboccarci le maniche.
Il rischio è che tu possa essere felice.
Buon cammino
F
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