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Fermarsi ad ascoltare #85

03.10.2025

Carissimi

è venerdì, ed ecco un nuovo numero della ✨ newsletter di 5pani2pesci ✨ !

Tutto è veloce, siamo sempre connessi, sempre in movimento. Ma paradossalmente, più siamo collegati con il mondo e meno lo siamo con noi stessi. Oggi parliamo di una cosa che sembra impossibile: fermarsi – per ascoltare davvero cosa abbiamo nel cuore.

Buona lettura!

Francesco


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Fermarsi ad ascoltare

La sveglia suona, prendi il telefono, controlli le notifiche. Ti alzi, prepari il caffè mentre scorri le Storie. Una doccia veloce, i vestiti ed eccoti per strada verso il lavoro o l’università. Ti senti sotto pressione perché sei in ritardo o per quell’impegno che non vorresti avere, ascolti una playlist su Spotify, un podcast, ripensi a quel commento che ti ha fatto tua madre o al messaggio confuso del tuo ex. A volte c’è rabbia, più spesso tristezza.

La giornata ti trascina in un fiume di notifiche, stati, TikTok, pensieri e gesti che fai completamente in automatico. E spesso ti ritrovi in situazioni che non ti interessano, che non ti appartengono, e ti chiedi sinceramente:

“Ma cosa ci faccio qui?”

Perché accade tutto questo?

Tutto è veloce, nulla resta.

Non ti fermi a ragionare sul significato delle cose, perché agisci in un certo modo, o quale sia veramente lo scopo, la direzione che vuoi prendere. Ci attacchiamo a situazioni con le unghie e con i denti perché sembra ci diano sicurezza ma in realtà ci tolgono l’aria.

Abbiamo paura di alzare lo sguardo e di vedere all’orizzonte ciò che desideriamo, ciò a cui veramente siamo chiamati. Fermarsi, guardarsi dentro, incominciare ad ascoltarsi. Senza pretendere di dare risposte, o trovare soluzioni, ma di fermarsi e ascoltare.

Ma all’inizio, è come pretendere di sentire la voce di chi ti sta accanto mentre passa un treno ad alta velocità.

Forse veramente non senti niente e quella voce è completamente sovrastata dalla massa di notifiche e messaggi che il tuo telefono continua a ricevere ogni giorno, ogni minuto.

Lo spazio del silenzio

Lo spazio del silenzio è il luogo necessario, è la condizione necessaria per cominciare ad ascoltarsi. Nessuno te lo insegna, nessuno ti dice come si fa. Ti hanno detto di imparare a memoria le date delle guerre o quello che ha fatto Napoleone, la meiosi e la mitosi o cosa succede quando il Delta cambia segno; ma nessuno ti spiega realmente come fermarsi, come imparare ad ascoltare il tuo cuore.

Ecco: si parte proprio dal fare silenzio, si parte dall’avere il coraggio di incominciare ad aspettare. In quel silenzio – che è assordante, che ti fa tremare, che ti riempie di insicurezza – però se attendi abbastanza, in quel silenzio, si dirada la foschia, e uno alla volta vengono a galla i pensieri, i desideri, le voci più profonde del tuo cuore.

Il mio spazio privilegiato

Per me questo spazio privilegiato di silenzio è sicuramente di fronte al Santissimo. Quando mi prendo uno spazio di tempo per poter stare davanti a Gesù Eucarestia: io e Lui, fermi. Fermi però in un dinamismo interiore incredibile. Fermi, ma vivi dentro. Pulsanti. Non parlo di quelle adorazioni dove ogni due secondi si canta o si legge qualcosa, ma di quei momenti da solo, intimi, preziosi, vissuti nella preghiera. Quando tutto tace o quando tu fai tacere tutto: metti la modalità aereo, dici no alle richieste e alle aspettative per entrare in quella dimensione di cui parla Gesù nel Vangelo.

Quando preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. – Mt6,6

Veramente c’è l’opportunità, lo spazio, il tempo per entrare in un dialogo intimo. E quando questo si unisce alla Sacra Scrittura, alla Parola di Dio che risuona nel tuo cuore, allora veramente il Signore in carne ed ossa parla alla tua vita.

Ecco.

Chiedo scusa se non do metodi pratici su come entrare in questo dialogo intimo. Vorrei solo condividere la necessità e la bellezza di quel momento. Perché in fondo non ci sono metodi, ma ognuno deve scavare dentro di se per trovare la strada del proprio cuore.

E se è nato in te quel desiderio di prenderti lo spazio per ricominciare ad ascoltare il tuo cuore davanti al Signore, allora questo per me sarà il frutto più bello di questa condivisione.

Il rischio è che tu possa essere felice.

Fra


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