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Silenzio che scava 😗 #16

Carissimi

bentornati ad un nuovo numero della ✨ newsletter di 5pani2pesci ✨ Bene! Nuovo venerdì, nuovo numero! Nuova occasione per lasciar entrare nel cuore quella Parola che ti mette in movimento, che ti mette in cammino.

Veramente.

Basta una Parola. Basta un dubbio su quell’immagine che abbiamo di Dio. Un’immagine spesso giudicante, perfezionista e che è solo una nostra proiezione di come noi pensiamo che dovrebbe essere Dio. Ma Cristo ci lascia un messaggio diverso, un’immagine diversa:

Misericordia io voglio, non sacrificio – Mt12,7

Perchè la relazione con Dio passa sempre attraverso un gesto di amore, un gesto di attenzione a quella parte più fragile di te.

E oggi tocchiamo ancora una volta la fragilità, proprio come occasione per un incontro più autentico con Dio.

Qui si pensa e si opera al contrario 🙀

Buona lettura

Francesco

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Silenzio che scava

L’estate per me è sempre connessa a periodi di aspettative, rese dei conti e tanta solitudine.

Non so voi come vivete l’estate, per me è sempre un po’ difficile. Inizio con “oh capperi devo assolutamente smaltire la ciccia sulla panza” e finisco con l’essere puntualmente bidonata dalle amiche che hanno sempre qualcosa di più interessante da fare che uscire con me.

Ogni estate per me è un po’ un disastro.

Ma, non sono l’unica. L’estate è proprio il momento giusto, insieme a Natale, in cui piangersi addosso. Si ritrovano i parenti al mare o in montagna e non si può sfuggire dal fatto che ancora non ti sei laureato o ancora non hai il ragazzo o ancora non hai un lavoro stabile o ancora non avete un figlio… aspettative, giudizi, solitudine.

Nel frattempo tua cugina racconta della sua esperienza all’estero mentre si è portata in vacanza il _biondone-palestrato_™ che pare Big Gim che è pure dolcissimo e gentile. Tu, invece, sei il solito sfigato di sempre che lotta ogni giorno per affrontare ogni singola pagina da studiare per l’esame di matematica (nel frattempo stai lì a chiederti, ogni due minuti e mezzo, a che cappero serva sta matematica a lettere antiche).

Che tristezza!

L’estate e il Natale sono per me (e per molti) i periodi peggiori dell’anno.

MA! (c’è un ma!)

Quest’anno mi sono detta: “E no Ale, quest’anno l’estate se la famo prende bene!”. Quest’anno si taglia con questa storia. Questa volta ci faccio entrare Dio in questa roba che mi incastra il cervello perché la vita è bella e me la voglio godere pure io, anche se mio marito non è biondo tutto pettorali e le amiche hanno sempre di meglio da fare.

Come si fa?

Ho trovato un ingrediente segreto, una chiave di volta. Una figata allucinante. Una cosa che non ti verrebbe mai in mente.

Ho scoperto il silenzio.

Sì, il silenzio. Porca miseria quanto scava! Porta dritto alla verità di chi sono e di chi sono davanti a Dio.

Sono qui nel bosco da sola (Francesco, con tutta l’allegra ciurma, è via una settimana dai nonni) e sto vivendo un’esperienza davvero da eremita. Mi alzo presto al mattino, con la falce taglio il fieno che poi accatasto in grandi cumuli (solo Dio lo sa quanto sia faticoso!), poi, con le mani piene di vesciche e calli doloranti, prego le lodi, faccio colazione e via tutta la giornata. Il tempo scorre lentamente. C’è un totale e assoluto silenzio. Internet non funziona. Non c’è rischio di distrazione dal silenzio che scava e scava dentro fino in fondo, fino ad Alessandra per quello che è.

Lavoro, prego, lavoro, mangio e mi riposo e ricomincio. Tutto il giorno così, tutti i giorni. A volte è difficile starci, ma più mi nutro di questo silenzio e più ne ho fame.

Il silenzio scava.

Il silenzio scava e toglie le st30#Z@te💀 (perdonate se non sono proprio la ragazza cristiana per bene di parrocchia). Azzera le aspettative. Toglie l’immagine che voglio dare di me. Mette a tacere quei giudizi che mi incastrano e mi tolgono energie per vivere il presente nella sua semplicità e bellezza.

Questo silenzio mi fa essere misericordiosa con me stessa e – di conseguenza – mi fa accettare lo sguardo di Dio pieno di misericordia che sta lì a farsi una risata e, senza dire una parola, con gli occhi lucidi, mi arriva il messaggio:

“Ale vai bene così! Lasciale perdere tutte queste cavolate. Vai bene così. Sei bella così. Mi piaci esattamente così, incasinata come sei. Questa è la tua storia e non può essere paragonata a nessuna altra. Una storia unica che Io faccio con te“

Raga, c’è chi fa più fatica e chi è più libero e sciallo nella vita. C’è chi è bravo e fa pochi peccati, c’è chi invece li fa grossi e combina sempre guai.

Ma chi se ne importa?!

Il punto è sempre e solo uno: far entrare Dio nei pochi peccati e nei tanti peccati, nelle storie più leggere e in quelle tanto sofferte. Basta con questa lista da bravi ragazzi a cui paragonarsi!

Un peccato più grosso o uno più piccolo non fanno tanto la differenza. Le persone che sono diventate sante non sono quelle che hanno fatto meno peccati o peccati meno gravi, ma coloro che, invece di essere preoccupati a misurare, erano tutti interessati a non lasciarsi scappare l’Amore di Dio per loro. I loro occhi erano su Dio e non sulla bilancia dei loro peccati.

La porta principale per far entrare il Signore è il silenzio – ovvero – mettere a tacere tutti i nostri ragionamenti, paragoni e pippe-mentali varie ed eventuali e far parlare Dio, ascoltare la Sua voce.

Il silenzio ha il potere di mettere tutto a tacere. Solo così possiamo sentire la voce di Dio. Dio non urla, sussurra parole d’amore, di stima, di fiducia incondizionata.

La vuoi sentire la Sua voce?

Il rischio è che tu possa essere felice.

A venerdì prossimo!

Ale


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