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Speciale! 💪 Virilità in crisi: manifesto per tornare ad essere Uomini #47

Carissimi

bentornati ad un nuovo numero della ✨ newsletter di 5pani2pesciOggi speciale: Come molti di voi hanno già sentito, stiamo lanciando una nuova newsletter (iscriviti qui) tutta centrata sul progetto realmen. Siccome è una bomba, abbiamo deciso che il primo numero l’avremmo condiviso qui in anteprima.

È un manifesto che racchiude dei veri e propri pilastri per il cammino. Infatti:

Qui si pensa e si opera al contrario 🙀

Per chi non l’avesse già fatto, iscriviti alla newsletter di Realmen (ogni mese un nuovo numero).

Buona lettura

Francesco

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Virilità in crisi

Manifesto per tornare ad essere Uomini

Guardatevi il corpo. Dalla testa ai piedi. Non abbiamo avuto possibilità di scelta del nostro sesso, ci siamo ritrovati maschi. Poi fin da piccoli corriamo, saltiamo, giochiamo nei boschi, lottiamo, ci arrampichiamo. Cerchiamo sfide da superare, traguardi da tagliare e nemici da combattere per realizzarci e dare significato a quello che facciamo. Graffi, tagli, ferite diventano segni tangibili del rischio, del coraggio e della forza di cui siamo orgogliosi. Cominciamo e vedere che non tutti i maschi spendono il proprio corpo allo stesso modo. E che se davvero non abbiamo scelto di essere maschi, siamo però chiamati a scegliere se diventare uomini.

Che vogliate ammetterlo o no la storia dell’uomo ci mostra che, a seconda dei luoghi e dei tempi, arriva quel passaggio da ragazzo a uomo che indipendentemente dalle circostanze culturali porta sempre a una domanda tanto grande quanto spinosa:

Ma io… valgo? Ce le ho le palle?

Realmen si diventa, non si nasce. Ed è un processo che dura tutta la vita. Un cammino che ci accompagna fino alla tomba. Un cammino che credo ogni uomo sia chiamato a fare, ma che ogni uomo deve scegliere se intraprendere veramente. E in una cultura che sembra voler anestetizzare qualsiasi barlume di virilità, additando come mascolinità tossica qualsiasi espressione di essa… vogliamo provare a recuperare le ragioni per cui batte il cuore dell’uomo, per trovare il nostro posto nel mondo e nella storia.

Dalla biologia ai valori

Partendo dal nostro corpo, dalla nostra intraprendenza, dalla volontà di dimostrare che valiamo qualcosa, e da come cerchiamo di far leva su tutto questo per le conquiste del gentil sesso, possiamo intuire che la nostra natura biologica è un ponte per capire i grandi valori che hanno accompagnato per secoli il genere maschile. Prendendo spunto da J.Donovan li riassumerei in 3 fondamentali: forza, coraggio e integrità.

Certamente sono doti apprezzabili anche in una donna, e non la riterremmo meno femminile se esprimesse questi valori, anzi. Però non la riterremmo meno femminile nemmeno se non li esprimesse. Pensate invece alla reazione che avremmo nel vedere un uomo mancare di coraggio rispetto ad una donna… Io credo che la ragione stia nel fatto che noi queste cose ce le portiamo proprio addosso, sono una vocazione naturale. E la nostra struttura fisica e le nostre inclinazioni umane sono indice di questi valori, che proviamo a descrivere nella loro essenza più… grezza:

Tutte queste virtù sono le fondamenta per costruire poi valori più alti, e si adattano nel tempo alle circostanze, per cui oggi si trasportano anche su un piano intellettuale, etico, caratteriale, ecc… Cambiano le battaglie e le armi, ma se iniziamo a scavare arriviamo comunque a queste fondamenta che sono presenti per tutta la storia dell’uomo.

I tre Pro per la realizzazione dell’uomo

Le tre virtù che abbiamo delinato sono l’osso della mascolinità, ma ci portano a tre modi di esprimerle che si allineano al design dell’uomo e che trovo siano una chiave per la sua realizzazione, e ci aiutano per iniziare a dare risposte alla domanda “Per che cosa sono fatto?” D.Gilmore, scavando nella storia del genere maschile, descrive questi modi che per secoli hanno costituito generazioni di veri uomini con tre verbi: proteggere, provvedere, procreare.

Possiamo notare che queste tre grandi vocazioni dell’uomo hanno in comune quei tre grandi valori descritti in precedenza e che anche oggi si possono praticare attraverso la presa d’iniziativa, la creazione di valore attraverso il lavoro o il volontariato, l’indipendenza, la propensione al rischio, la forza fisica o intellettuale, …

Però c’è un altro grande comune denominatore di questi tre verbi: lo spendere la propria vita per qualcosa di importante, dare tutto per poter difendere/sostenere/generare qualcosa o qualcuno. Questo grande motore nel cuore dell’uomo ci porta ad un ulteriore livello superiore: dopo aver visto le fondamenta biologiche, che ci hanno portato alle tre grandi vocazioni dell’uomo nel corso della storia, arriviamo a quello che credo essere il livello più profondo della realizzazione maschile, e che ci porterà a cercare di capire come declinare tutto questo nel mondo “civilizzato” del XXI secolo.

Una battaglia da combattere, un’avventura da vivere, una bella da salvare

Qualche anno fa mi sono imbattuto in Wild at Heart di J.Eldredge, un libro che per me si è rivelato un grande riassunto della chiamata dell’uomo in quanto maschio (sul podcast di Realmen, trovate una serie di episodi e interviste taggate #wildatheart). Io penso che qui si nasconda anche la tua missione, la risposta alle domande “Chi sono?”, “A cosa sono destinato?”. La citazione più bella e significativa del libro è questa:

Nel profondo del proprio cuore, ogni uomo cerca una battaglia da combattere, un’avventura da vivere e una bella da salvare.

La modernità: un ostacolo all’espressione della virilità?

Più riavvolgiamo il nastro della storia, e più osserviamo che essere Uomini (alla luce di quello che abbiamo visto finora) era una “libera costrizione”. Per questioni di sopravvivenza o di accettazione del gruppo, la strada era sostanzialmente a senso unico. Col tempo si è resa sempre di più una scelta, man mano che i pericoli divenivano sempre più sotto il controllo dell’uomo e le comodità sempre più comuni. Però a prescindere dall’andamento generale nella storia, c’è una ciclicità che si esprime egregiamente in questo detto antico:

Uomini forti portano a tempi di agiatezza. I tempi di agiatezza portano a uomini deboli. Uomini deboli portano a tempi duri. Tempi duri riforgiano uomini forti.

L’indiscutibile bellezza e vantaggio di vivere nella società moderna, ci porta a dover scegliere deliberatamente di intraprendere e mantenere un percorso di crescita come uomini, cercando di recuperare quei valori e quel “codice virile” che ha accompagnato la storia dell’uomo, adattandolo al contesto in cui viviamo.

Non è solamente la comodità a costringerci a scegliere di recuperare ciò per cui batte il cuore dell’uomo, ma anche il contesto culturale. Viviamo infatti in una società che con la giustificazione del buonismo e della “civiltà” ha annichilito o addirittura colpevolizzato alcune espressioni della virilità, spesso facendo di tutta l’erba un fascio su cui appiccicarci l’etichetta di “mascolinità tossica”.

La sfida di ciascuno di noi consiste nel prendere in mano questa nostra grande ricchezza genetica innata e dirottarla nel modo giusto in nobili fini.

Dalla mascolinità alla virilità

Come abbiamo detto all’inizio, se essere maschi ci è capitato, diventare uomini è una scelta. Siamo nati con questo set di caratteristiche che abbiamo sintetizzato in tre virtù, ma che racchiudono un mondo molto più ampio: il rischio, l’intraprendenza, l’aggressività, la capacità creativa, l’attrazione per la donna, la manualità, il problem solving, ecc… Questo set lo chiamiamo mascolinità.

Se il primo passo è quello di recuperare questo set di caratteristiche, ad un certo punto ci troviamo davanti ad un bivio: come spendo il mio essere uomo? C’è chi sfrutta la mascolinità per il bene, e chi per il male. Le grandi potenzialità di questo dono che abbiamo ricevuto fin dalla nascita ci lasciano anche una grande responsabilità. Passare dalla mascolinità alla virilità significa canalizzarla per il meglio. Significa aderire ad un codice d’onore.

Abbiamo una scelta: Chi proteggo? A chi provvedo? Chi procreo? Per chi voglio combattere? Che avventura voglio vivere? Per chi sono disposto a morire?

Attenzione perché ignorare o sopprimere la mascolinità non è una soluzione. È una via di fuga che ad un certo punto scoppia in violenze, disagi, incapacità di scegliere, vuoti umani, … insomma in quello che la società chiama tristemente mascolinità tossica. Oggi abbiamo un’infinità di palliativi che sviliscono il senso dell’uomo nella migliore dell’ipotesi, e creano problemi sociali nella peggiore: pornografia, videogiochi, sedentarietà, virtualizzazione sociale, …

Ma la mascolinità o la si fugge, o la si abbraccia e canalizza.

Non c’è una terza via.

Come essere uomini nel XXI secolo

Siamo delle macchine da corsa ferme in garage. L’inattività ha seccato i cuscinetti, invecchiato l’olio motore e arrugginito il cambio. Tira fuori quell’auto: rinnovala, aggiustala, lubrificala. Sei fatto per correre, preparati per questo. Sei un uomo, sei creato per esserlo, prendi in mano quello che sei e spremiti per ciò per cui sei fatto!

Ribadiamo che qui non esistono “esperti in virilità”, anzi chi scrive è il più miserabile degli uomini. Siamo tutti in cammino, ma intraprenderlo è una scelta. Proviamo qui a scrivere alcuni spunti che mi sento di condividere per cercare di restare uomini forti qualsiasi siano i tempi che viviamo. Non c’è niente di innovativo, nessuna scoperta dell’acqua calda. Però credo che mettere in pratica qualcuno di questi punti possa solo migliorarci!

Bene, siamo arrivati alla fine.

In questo articolone, ho cercato di farci recuperare quello per cui batte il cuore dell’uomo, che nel XXI secolo tende a restare assopito o criminalizzato. Sono solo spunti da cui ciascuno può prendere quello che ritiene di valore per se. Non c’è nessuna pretesa di insegnare niente a nessuno, anzi. So che questo progetto porterà soprattutto NOI a imparare, camminare, cadere, rialzarci in questo grande viaggio alla ricerca delle risposte alle domande Chi sono io? Per cosa sono fatto? Ho le palle?

Non so se si taglia il traguardo per essere uomini in questa vita, ma se anche non lo fosse, ricordate che molto spesso il viaggio è la ricompensa.

sii forte, sii coraggioso, sii integro, sii uomo

A presto

Emanuele (di Realmen)

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Riferimenti bibliografici


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