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Vedere la santità #46

Carissimi

bentornati ad un nuovo numero della ✨ newsletter di 5pani2pesci ✨ oggi solo tanta tanta tanta gratitudine…

Qui si pensa e si opera al contrario 🙀

Buona lettura

Francesco

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Vedere la santità

Martedì scorso di 11 anni fa, il 13 giugno, saliva al cielo Chiara Corbella.

Questa non vuole essere la solita commemorazione sentimentale, non ne sarei capace, ma una piccola e sincera condivisione personale sul come Chiara e suo marito Enrico mi abbiano cambiato il modo di vedere la vita.

Nel 2012 ero un giovane professore alla ribalta. A 35 anni avevo sicuramente realizzato molto di più della maggioranza dei miei colleghi, avevo collaborato a stretto contatto con Premi Nobel, pubblicato più di 100 articoli sulle più prestigiose riviste internazionali e ero alla guida di un piccolo – ma agguerrito! – gruppo di giovani ricercatori. Ma né successo, né famiglia, né ambizioni riuscivano a rispondere alle mie più profonde domande esistenziali. Con Alessandra c’eravamo sposati quasi sette anni prima, dopo un ricco cammino di discernimento con padre Giovanni Marini. Io ed Ale, sebbene le enormi differenze caratteriali, abbiamo sempre guardato nella stessa direzione. Desideravamo una vita da Dio, una vita che fosse capace di andare oltre alle gioie e ai dolori dell’esistenza, essendo capace di varcare quella soglia nascosta, quella porta segreta, per vivere, respirare e contemplare il volto di Dio.

“Dio è una persona, si può incontrare, è il vivente, si chiama Gesù”

Da quando mi è stato fatto questo annuncio, non ho più smesso di cercare. Ma sebbene avessi già visto e sperimentato numerosi prodigi, la mia vita con Alessandra era totalmente assorbita dal nostro quotidiano, dalla nostra vita in Germania, dai figli, dalle solite incombenze sul lavoro. La mia ricerca era focalizzata sul comprendere i meccanismi molecolari di malattie importanti, come ad esempio l’Alzheimer. Ma nonostante la rilevanza del mio lavoro, il mio cuore non era ugualmente coinvolto. Percepivo, intuitivo, ma non ero capace di esprimerlo a parole, che tutti i miei sforzi non aiutavano affatto a risolvere l’unico vero male dell’uomo: la malattia dell’anima. Mi dicevo che, seppur anche il mio lavoro potesse aiutare ad allungare la vita, che ci farà questo uomo con questi anni di vita in più, se non ha imparato ad amare?

Mi sentivo molto cinico, ma allo stesso tempo percepivo che ci fosse una verità in quel pensiero. Il testamento che mi ha lasciato Chiara con la sua morte è questo:

non importa quanto vivi, ma come vivi

Una vita intensamente donata di soli 28 anni è una esistenza degna di essere vissuta. Una vita spesa per amore, senza calcoli sciocchi, è una vita bella, è una vita vissuta con tale pienezza ed intensità che non basterebbe il tempo mediocre di centinaia di uomini a pareggiarla. La morte di Chiara ha dato un nome al mio tumulto interiore, ha dato un nome alle mie richieste, alle mie necessità, a quel folle desidero di toccare il cielo, di vedere Dio e di varcare la soglia del paradiso.

E così, grazie a lei, ho capito chiaramente che volevo spendere la mia vita per condividere questa bellezza nell’amore, piuttosto che curare una malattia e allungare la vita (compito che rimane grandissimo, ma non era il mio posto). Ho capito che valeva la pena fidarsi di questo desiderio grande e stravolgente che avevo nel cuore (ed ho!) di annunciare Gesù Cristo, l’Amore appunto.

Così, tirarono le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono – Lc5,11

Portati a termine i vari progetti di ricerca aperti che avevo, non ne iniziai di nuovi … e da quel tumulto a cui stavo dando ascolto, dopo diversi mesi, prese forma 5pani2pesci.

Allora – ancora una volta – a che servono i santi?

La loro vita è una porta spalancata sul cielo, è un trailer pazzesco in 42D di cosa vuol dire vivere vicini a Dio, di cosa porta allo spendersi e rischiare con Dio. I santi sono i folli agli occhi del mondo, le loro scelte ci sembrano incomprensibili, appunto perché vedono cose che noi non vediamo. La loro comprensione del cuore è dilatata, i loro occhi vedono oltre e sanno valutare le scelte – i loro discernimenti – con la Sapienza di Dio.

E io sono la persona più fortunata del mondo, perché pur non avendo quello sguardo, ho modo di poter posare i miei piedi sui loro passi e ripercorrere le loro strade. Per me ed Alessandra, la vita tutta intera di Chiara insieme ad Enrico è questo: vedere una via, vedere che ci si può fidare, vedere che la vita è un tempo per sperimentare la misericordia di Dio. Non è importante che sia lunga, né che sia particolarmente dolce, quello che ho visto di fondamentale è che sia vera.

Questa verità e questa pienezza desidero per me e per la mia famiglia. A chi legge auguro non meno di questo.

Il rischio è che tu possa essere felice!

Grazie Chiara

Grazie Enrico

Grazie a Dio

Senza di voi 5pani2pesci non esisterebbe.

Buon cammino

F


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