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Vivere il presente 🏡 #22

Carissimi

bentornati ad un nuovo numero della ✨ newsletter di 5pani2pesci ✨ Oggi questa newsletter la scrivo io ➡️ Ale!

Sono giorni che purtroppo mi trascino dentro casa zoppicante e dolorante. Non si capisce cosa mi sia successo. Ho un dolore costante all’anca destra che mi costringe a zoppicare… e una grande frustrazione nel vedere mille cose da fare e non potermi mettere a lavoro (stress da madre di famiglia).

Quale migliore opportunitá per scrivere io la newsletter di oggi!?

Qui si pensa e si opera al contrario 🙀

Buona lettura

Ale

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Vivere il presente 🏡

Ho da condividere con voi un pensiero… in realtà davvero molto piccolo, ma che negli anni mi sta cambiando davvero la vita.

Vivere il presente. Punto.

Punto e basta.

Nel podcast abbiamo parlato di cosa significa essere adulti. Adulto è colui che – invece di piangersi addosso – prende in mano la responsabilità della propria vita e diventa generativo. Questa un po’ la sintesi del discorso.

A questa definizione io aggiungerei una parte ancora: essere adulti vuol dire anche, saper stare bene nel presente, godere di quella bellezza che la realtà di questo momento mi dona (sia felice che sofferta) e iniziare a sognare da qui, con i piedi per terra e il cuore in cielo.

Per dirla tutta fino in fondo, dico anche che, per me, adulto nella fede è anche colui che – con tutto questo bagaglio di responsabilità, maturità e concretezza – lascia che Dio parli e progetti con lui la sua vita. Cioè ascolta Qualcuno e si fida anche dove non vede e non capisce, non per bassa autostima o poca fiducia in se stesso, no, anzi, assolutamente il contrario: lo fa perché solo chi si ama può mettersi al servizio ed essere dono per gli altri.

Ok, ammettiamolo: è difficile incontrare persone così, persone che siano innanzitutto sane e poi anche mature, adulte tanto da essere capaci di dare spazio alla Parola di Dio che non è mai semplice e chiara per i nostri standard di millennials o generazione-z. Anch’io mi scoraggio a vedere ancora gente da sola in macchina con la mascherina o i ragazzi di parrocchia che invece di provarci con le belle ragazze fanno gli amiconi. Mi cadono le braccia.

Sarà anche difficile, ma vi garantisco che questa specie rara di persone adulte esiste ancora. Io un elenco (breve) di persone così ce l’ho e faccio di tutto per starci il più possibile insieme.

Ho passato gli anni a capire se quel trasloco era giusto, se quella nazione in cui eravamo era quella per noi, se si potesse desiderare un lavoro migliore, delle scuole più adatte, meno costose, più vicine, ecc. È una lista che solo a scriverla mi fa cadere in un senso di angoscia.

Credo che la nostra generazione e tutte quelle a seguire siano dentro una grande bolla di illusione. Mi spiego meglio: avendo noi un miliardo e mezzo di possibilità, crediamo che tutto sia possibile e troviamo anche ingiusto non averlo. Possiamo vedere cosa stanno facendo in questo momento ad Hong Kong piuttosto che a New York. Possiamo vedere quanto sia possibile diventare molto ricchi con degli investimenti giusti, basta avere uno spirito fortemente imprenditoriale. Siamo dotati di una tecnologia molto elevata capace di fare cose al nostro posto e addirittura arrivare sulla luna per fare un giretto.

Ve lo dico da subito: è una grande menzogna! E noi tutti ci caschiamo sempre.

Non voglio sabotare i vostri sogni e neanche abbassare le vostre aspettative, voglio solo dirvi che il nostro stress, l’ansia, gli attacchi di panico e tutto il resto spesso nascono da questo grande confronto con il mondo e con le alte aspettative su di noi.

Anche quando noi pensiamo ad altro, inevitabilmente veniamo bombardati da messaggi competitivi, in cui devi essere sempre all’altezza e desiderare di più.

Cosa fare?

Iniziamo dal godere del presente. L’adulto è quella persona che quando sta con te, sta con te e basta. L’adulto è colui che quando è qui, è qui, e non con la testa altrove.

Fino a che non lavoriamo seriamente sulle piccole cose (iniziando ad esempio dal vivere il presente) ci illudiamo soltanto di fare la volontà di Dio. Spesso invece usiamo Dio come tappabuchi esistenziale, come consolatore emotivo o siamo dei creduloni come davanti a Mago Merlino.

Dio ci Ama veramente! Ci dà le Sue consolazioni ma anche tanti calci nel sedere (io ne ho ricevuti tanti e quanto bene mi hanno fatto!).

Dio parla sempre nel presente, non ti scrive su whatsapp dall’altra parte del mondo. Lui è lí con te ovunque tu sia.

E allora fermati e per prima cosa godi di quello che adesso, nel momento presente, ti sta donando. E poi ringrazia. Se parti dai grazie il cuore si apre.

A chi ha sarà dato e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha (Lc 8,18)

Vuol dire che il Signore mette i Suoi doni sui tuoi grazie, ovvero: più riconosci la grazia dell’Amore di Dio e più riconoscerai i Suoi doni nella tua vita. La grazia è sempre la stessa, ma sono i tuoi occhi che ne vedono immensamente di più.

Insomma, il mio essere dolorante e zoppa mi sta costringendo a stare nel presente. Intanto io, passando dal letto al divano, faccio il tifo per ognuno di voi pregando che non siate più ingannati da mille cose, ma che scopriate una vita semplice piena di momenti vissuti a pieno nel presente.

Il rischio è che io possa essere felice!

A venerdì prossimo 👍

Ale


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