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Non fare una famiglia come la nostra

Ruvido

È scoppiata in lacrime, così all’improvviso. Un fiume di emozioni aveva finalmente rotto le cataratte del cuore. Si sente fallita perché pur cercando il Signore con tutto il cuore, a 42 anni la sua vita non ha ancora una direzione chiara. Mi ha detto: “il mio sogno è fare una famiglia come la vostra, anche io la voglio così!”.

Ascoltandola, mi sono ricordato di quando io ed Ale eravamo ancora fidanzati in cammino, pieni di dubbi ed incertezze. Frequentavamo bellissime coppie come Marusca e Lorenzo, come Mimmo e Cinzia. Storie eccezionali, veri uomini e vere donne che avevano aperto il loro cuore e la loro vita completamente al Signore e agli altri, (af)fidandosi pienamente alla Provvidenza, adottando figli, accogliendo situazioni veramente incredibili. Io ed Alessandra ci guardavamo, dicendoci con tutto il cuore: Anche noi vogliamo fare una famiglia così!

Da sposati la realtà è stata molto diversa. Le nostre energie erano completamente esaurite nell’affrontare le fatiche quotidiane del lavoro, del vivere all’estero e tutte le difficoltà di relazione tra di noi. I fatti della vita sembravano ci portassero completamente da un’altra parte rispetto a quei sogni di fidanzati. Ci siamo persi e ritrovati innumerevoli volte, ma solo quando abbiamo smesso di voler realizzare il prototipo “perfetto” (santo e bellissimo ma non il nostro) la vita ha incominciato a fiorire. Ci siamo rimboccati le maniche, accettando i nostri innumerevoli limiti ed inadeguatezze. Ci siamo fatti aiutare da un punto di vista spirituale e da un punto di vista umano. Lentamente abbiamo ricominciato a camminare e ad ascoltare cosa il Signore esattamente volesse da noi.

Solo allora le cose sono incominciate a cambiare.

È stato l’ascolto e non i progetti il vero cambiamento. Non esiste una storia uguale all’altra, non esiste una famiglia uguale all’altra, non esiste una situazione uguale all’altra. Ci sono persone che solo tu puoi amare! Questo vuol dire che siamo stati pensati fin dal principio, fin dall’inizio dei tempi, da sempre, per un progetto che veramente solo tu puoi portare alla luce. La nostra vita è un progetto di collaborazione col Signore. Dio ha scelto che tu sia le sue braccia, le sue gambe, le sue mani.

La verità è che senza di te non si può fare.

La verità è che senza quello che tu sei, senza le tue ferite, le tue difficoltà, i tuoi fallimenti, la tua storia tutta, le tue debolezze, senza tutto questo non si può fare. Guardando la storia della Chiesa ti rendi conto che non c’è un santo uguale ad un altro: c’è chi ha lasciato tutto per vivere in povertà come San Francesco e Santa Chiara e chi invece è diventato santo governando nazioni, avendo ricchezze, avendo castelli. Il punto per te oggi è capire cosa il Signore vuole da te e non realizzare un pacchetto preconfezionato che hai visto da qualcun altro.

A te il Signore chiede una cosa diversa da quella che chiede a me, da quello che chiede a Marusca o a Mimmo. Dio ci ha fatto unici e fichissimi, tu sei unico e solo tu puoi (se vuoi) scoprire cosa il Signore vuole da te.

Quando abbiamo iniziato 5pani2pesci tutto sembrava assurdo, tutto sembrava fuori schema, tutto sembrava passare per una strada senza senso, ma soltanto nella fiducia e nell’ascolto abbiamo potuto trovare il coraggio per incominciare a camminare dove lui ci voleva portare. La posta in gioco è alta: la tua felicità!

Negli anni abbiamo visto altre coppie prendere decisioni importanti e spendere completamente la propria vita, ma seguendo il pacchetto preconfenzionato, seguendo un progetto che non era stato affidato a loro, ma una copia di altre famiglie che stimavano. Progetti bellissimi di per sè, ma che semplicemente non erano i loro. Il risultato è stato semplicemente infelicità, non gioia. La gioia e la pienezza che sperimenta un uomo seguendo la propria vocazione è straordinaria, ma vivere cercando di seguire la vocazione ed il progetto di qualcun altro è deludente.

Nella Genesi c’è quel passo dove Dio crea la terra ed il cielo e tutto il resto. Infine crea l’uomo e la donna e vede che è cosa molto buona. Lo sfigato non l’ha creato. Dio le cose così non le fa, Dio fa le cose in grande, se ha pensato a te, ha pensato a qualcosa di grande e se tu pensi di essere sfigato, di vivere una storia sfigata, di non essere pronto, di non avere le occasioni adatte, di avere un un fardello troppo pesante per poter realizzare queste cose, è un giudizio tutto tuo. Dio non la pensa così su di te. Vuole fare un lavoro con quelle ferite, con quella storia, si gioca la vita con te! È la radice della tua santità.

La tua storia di salvezza personale inizia proprio lì dove sei adesso: proprio con quella faccia, con quel naso, con quelle gambe, con quella storia, con quella ferita, con tutto quello che sei. Dove sei va bene, vai bene per iniziare, non devi essere pronto! Ma devi prendere il coraggio di lasciarti amare fino in fondo (e non è facile fare questo passo). Il punto non è sforzarsi, ma incominciare a lasciarsi amare proprio dove tu ti fai più schifo. Vuol dire incominciare a prendere in mano la tua vita credendo al progetto unico che c’è su di te.

Coraggio! Questo vuol dire anche mettere da parte i propri progetti, lo schemino perfetto che ci siamo fatti, e decidere di prendere decisioni assurde (seguendo il Signore). Pensare di partire, farsi 600km semplicemente per parlare con un padre spirituale. Vuol dire mettere mano a quelle ferite a cui non hai mai avuto il coraggio di mettere mano attraverso un cammino terapeutico. Vuol dire perdonare quella situazione della tua vita che pensavi fosse impossibile perdonare. Ognuno ha la sua storia e non esiste un prontuario preconfezionato, non ci sono formule magiche.

Però è sicuramente necessario uscire dallo schema del progetto santissimo che hai in testa, per incominciare ad entrare nell’ignoto della storia unica che il Signore vuole realizzare con te. Ma questo viaggio, quest’avventura meravigliosa non si intraprende da soli. È necessaria una guida. È fondamentale incominciare un cammino con un padre spirituale che ti sappia aiutare. Seguire i 10 comandamenti è utile, ma non è un cammino! Seguire i corsi di Assisi è utile, ma non è un cammino. Lo stesso per gli scout e l’impegno in parrocchia, non sono un cammino! Neanche la preghiera settimanale in un movimento è un cammino. Senza un padre spirituale non hai messo mano in profondità nella tua storia. Questo lavoro si può fare solo attraverso un percorso con una guida esperta.

Vedi anche il video: Come si trova il padre spirituale?

Inoltre è necessario farsi aiutare da un punto di vista spirituale con un padre spirituale ed eventualmente anche da un punto di vista umano attraverso uno psicologo. La vocazione passa attraverso la carne, attraverso la propria storia e attraverso i fallimenti. È un percorso di crescita ed un’esperienza di risurrezione, ci deve mettere le mani Dio! E questa cosa appunto non si fa da soli.

La vocazione è il luogo che il Signore ha per incontrarti e per donarti pienamente il suo amore. Infatti il punto non è sposarsi o non sposarsi, ma entrare in quel progetto unico che il Signore ha pensato per te. Incontrare il Signore, il vivente, è sperimentare la pace e la gioia. Quando questo accade la vita fiorisce ed è gioia piena per te e per chi ti sta accanto.

Buon cammino