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Storia di un fidanzamento annunciato

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- “Che belle queste tavolate rumorose, piene di bambini! Che belle le famiglie numerose! Io vorrei avere tanti figli”
- “Anch’io, almeno 4”
- “Sì, 4 sarebbe perfetto”.

4/4…però non abbiamo deciso di sposarci il 4. Pensavate la soluzione fosse subito a portata di mano? E invece no. A dire il vero quando è avvenuto questo dialogo -il 30 novembre 2013- non avevamo ancora deciso di sposarci. Anzi, non eravamo nemmeno ancora fidanzati. Era il ritiro del VI Comandamento, parte del percorso sui 10 comandamenti di don Fabio Rosini, e io e Jlenia ci conoscevamo dal 4 febbraio dello stesso anno.

Isola Tiberina, Roma, secondo incontro dei 10 Comandamenti…

Gettate le reti dalla parte destra della barca e troverete Gv 21,6

Tanta roba insomma! Ed eravamo stati trascinati lì dai nostri rispettivi coinquilini, che combinazione sono fratello e sorella e che evidentemente dovettero avere l’impressione che non ce la passassimo benissimo. Io che avevo a che fare con i tira e molla di una relazione infantile, ingannevole, di cui ero sin da principio consapevole non avrebbe mai portato a nulla di buono, ma dalla quale non riuscivo a venire fuori. E poi c’era Jlenia, cresciuta così in fretta dalle circostanze della vita che a 6 anni ne aveva già 30, alla ricerca, in ritardo coi tempi, di quell’adolescenza che non aveva potuto vivere con spensieratezza e rifugiatasi a capofitto nel suo lavoro di medico specializzando. Insomma avevamo i nostri idoli con cui riempire un vuoto che altro non era che nostalgia di qualcosa, o meglio di Qualcuno, di più alto e nobile cui appartenevamo: Dio Padre. E ogni lunedì qualcosa risuonava in noi all’ascolto della Parola nel percorso dei 10 comandamenti, che ci era stata messa nel cuore come un semino e pian piano stava germogliando, smascherando i nostri idoli, sconvolgendo i nostri piani, e preparandoci ad accoglierci pienamente.

Prima di quel ritiro avevamo parlato altre volte, con un’intesa mai sperimentata, ma sempre con intorno il gruppetto di amici comuni con il quale andavamo agli incontri del lunedì. E quando finalmente ci ritrovammo a parlare da soli, a quel ritiro, era come se ci conoscessimo da sempre, svelandoci completamente l’uno all’altra… ovviamente a fine ritiro le chiesi di uscire.

La scelta di fidanzarci è datata 7 dicembre 2013 (riguardo la questione data, “fuochino”).

Iniziammo a crescere insieme nella fede, realizzando che eravamo stati entrambi legati, prima di allora, ad un Cristianesimo da supermercato, fatto solo di elementi che ci piacevano. Eravamo consapevoli di essere l’uno il dono di Dio per l’altra e non potevamo rischiare di sprecare questi doni. Bisognava far le cose gettando le reti a destra, in maniera diversa, contro le logiche del mondo; avevamo deciso di far affidamento sulla grazia di Dio e non solo sulla nostra forza. Dio ci stava invitando a smetterla di farci sconti. Se volevamo amarci davvero, era necessario imparare ad aspettarci con la prova d’amore più grande: la castità.

Fino ad allora mi era sempre sembrata una questione di morale antiquata. La prospettiva cambia quando, con l’aiuto della Madre Chiesa, nella fattispecie nella persona del nostro padre spirituale, abbiamo capito che l’obbedienza alla Legge di Dio è per la nostra felicità! La vita terrena è troppo breve per mancare il bersaglio! Tutte le volte che nella mia vita non ero stato casto avevo tradito il progetto di Dio per me, me stesso e la donna della mia vita, Jlenia, che sarebbe un giorno arrivata. Darmi totalmente senza riserve, solo con il matrimonio, alla persona che Dio ha pensato per me, per sempre, non è un imposizione, ma la naturale risposta alla mia vocazione. Per il mondo questa potrebbe essere una castrazione. Cosa c’è di castrantenel preservarci come doni ancora da scartare per la persona che Dio ha pensato per noi sin dalla creazione del mondo?

Sin da subito ci era stata chiara l’intuizione della chiamata al matrimonio. Siamo passati attraverso prove che ci hanno fortificato ed unito sempre di più come la malattia di Jlenia e 6 mesi di relazione a distanza durante il mio visiting in Olanda. Passati così 2 anni e mezzo di fidanzamento, e dopo un anno di corso per fidanzati, l’aver celebrato il Rito del Fidanzamento e l’esserci consacrati a Maria, aspettavamo solo che si aprisse una possibilità lavorativa per sposarci. Ad aprile scorso, nel mio scenario di precario universitario, si presenta la prospettiva di un assegno di ricerca, che se pur minima, era quello che aspettavamo per abbandonarci al progetto di Dio e realizzare il nostro sogno.

Jlenia è sempre qualche passo avanti a me: non è possibile farle una sorpresa senza che se ne accorga. Cercavo di chiederle di sposarmi il giorno di un ritiro del percorso dei 7 Segni (un percorso che segue quello dei 10 Comandamenti). Alla fine della catechesi serale, in quello che pensavo potesse essere un momento propizio per lanciarmi e ricreare l’atmosfera dell’inizio di tutto, Jlenia mi comunica di sentirsi parecchio stanca e che sarebbe salita subito in camera. Questo mi insegna che anche nel piccolo, il timone lo deve avere Lui. Per fortuna non avrei dovuto attendere molto: fine ritiro e, con l’anellino con il girasole (il suo fiore preferito) sempre con me, le chiedo di sposarmi. Il discorso è stato più o meno il seguente:

Non vedo l’ora di avere una famiglia con te le ho detto, guardandola negli occhi. Jlenia mi ha risposto che anche lei non vedeva l’ora. Il petto mi batteva così forte che credevo stesse per esplodermi un ventricolo. In modo molto scientifico (lei è un medico!), le ho chiesto di sentire, con la mano sul petto, come mi battesse forte il cuore.

- Ti voglio sposare
- Sì lo so! Anch’io ti voglio sposare(non aveva capito)
- Non hai capito! Te lo sto chiedendo! Mi vuoi sposare?

Lei ha detto di ! Ma avevamo già detto di sì quel giorno al ritiro del VI comandamento, quando, come la vedova che butta i suoi spicci nel tesoro del Tempio, avevamo detto di sì al progetto di Dio per noi. Quei due spicci di vita ai quali ci eravamo tenuti così stretti fino ad allora, eravamo finalmente disposti a darli a Dio. È stato un sì che abbiamo rinnovato (e tutt’ora rinnoviamo) ogni giorno, con la grazia di Dio, in attesa del fatidico in chiesa. E mi vengono i brividi a pensare che questo breve e meraviglioso scambio, di quelli che ti cambiano la vita, suonava proprio come: “Che belle queste tavolate rumorose, piene di bambini! Che belle le famiglie numerose! Io vorrei avere tanti figli” “Anch’io, almeno 4” “Sì, 4 sarebbe perfetto”.

L’intuizione che avevamo avuto fin dal primo momento, fin da quel ritiro in cui avevamo semplicemente lasciato esplodere l’alchimia che c’era sempre stata tra noi, fin da quella prima stretta di mano all’isola Tiberina a Febbraio 2013.

Quindi, quando ci sposiamo?

Io sono andato subito al lato pratico. Ho pensato che dovesse essere il prima possibile dopo la consegna della mia tesi di dottorato e l’inizio dell’assegno di ricerca, previsti per Novembre; Jlenia ha aggiunto che doveva essere un giorno del fine settimana ma non la domenica, perchè volevamo scegliere le letture che hanno segnato la nostra storia. Ergo, potevamo sposarci da dicembre in poi, di sabato. Sposarsi sotto Natale, visto che le nostre famiglie di origine non sono di Roma, risultava poco pratico. Abbiamo subito pensato ai nostri conoscenti che convivono, che preferiscono le stagioni tiepido/calde per non rischiare di compromettere la festa megagalattica. Noi, festa megagalattica? No, matrimonio francescano!. Aspettare fino alla primavera? No, non se ne parla proprio. Sono già 2 anni e mezzo che ci aspettiamo. Non vediamo l’ora di iniziare la vita insieme alla quale il Signore ci ha chiamati, e chi se ne frega se è inverno. A Jlenia ho detto che tanto, se deve piovere, piove anche a giugno. Le foto saranno sicuramente meravigliose e le guarderemo così tanto da farci sanguinare gli occhi. Quindi, il primo momento utile è: gennaio 2017. Calendario alla mano, quale sabato di gennaio vogliamo sposarci? Jlenia ha subito suggerito il primo sabato di gennaio, il 7. Il numero della pienezza, il giorno in cui, 3 anni e 1 mese prima ci siamo fidanzati. Nella liturgia del 7 gennaio 2017, la prima lettura esordisce così:

Carissimi, qualunque cosa chiediamo la riceviamo da Dio, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che gli è gradito. Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio e Dio in lui 1Gv 3,22-24

Ancora una volta, Dio ci ricorda che la nostra storia d’amore è soprattutto con Lui. Pare che lo Sposo voglia sposarci il 7 gennaio 2017. Poi due super nerd come noi dovevano per forza sposarsi in data palindroma (7117).

Roberto


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Castità. In qualche dizionario o sul web fra pochissimo leggeremo la seguente definizione: scelta antiquata che solo pochi eletti/sfigati hanno scelto di compiere. Allora posso dirmi presente nella lista degli sfigati o eletti!!!

Sono Valeria, ho 27 anni e sono sposata con Jacopo da quasi 5 mesi. Eravamo una coppia come tutte le altre, ci godevamo la nostra storia giorno per giorno, non avevamo aspettative per il futuro e soprattutto non avevamo mai parlato di matrimonio… almeno sino ad Ottobre 2013!

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Non sempre la via è così chiara. Spesso le situazioni sono complesse e i sentimenti inaffidabili. Allora in base a cosa decidiamo? Chi ci può aiutare nelle nostre scelte importanti?